Il Cacciatore di Donne – Recensione
Le atmosfere cupe e po’ desaturate sono quelle di “Uomini che odiano le donne”, il tema ci si avvicina e la tensione, anche se non alta come la Millenium trilogy, è comunque ben sostenuta. Questo è “Il cacciatore di donne” debutto alla regia di Scott Walker che dimostra di sapersi destreggiare sufficientemente con il genere, per creare una pellicola meritevole di visione.
La storia è quella vera di Robert “Bob” Hansen (John Cusack), un serial killer psicopatico reo di aver stuprato e ucciso tra le 17 e le 21 donne. Nonostante vivesse una vita da tranquillo cittadino, l’uomo finisce ben presto sotto la lente d’ingrandimento dell’agente della polizia Jack Halcombe (Nicolas Cage) grazie alla testimonianza di una vittima riuscita a scappare dalle sue torture, Cindy Paulson (Vanessa Hudgens).
Ghiaccio. Quello che ricopre le strade di Anchorage in Alaska, ma anche quello che si rispecchia nel cuore del killer e nella pellicola stessa, dove le emozioni risultano a volte un po’ bloccate, gelate, fino ai titoli di coda dove l’omaggio a tutte le vittime scuote lo spettatore più di qualsiasi immagine mostrata fino a poco prima.
Hansen non ha il fascino magnetico di un serial killer come può essere stato Hannibal Lecter, ma è un personaggio che viene tratteggiato e rappresentato, in maniera molto convincente da Cusack, come una persona vuota, asettica, monotona sia nella propria vita sia nel tono della voce che cambia solo una volta in tutta la pellicola: quando viene messo alle strette. E’ un uomo, quello raccontato da Walker, che fa del territorio il suo migliore amico, che grazie all’aridità delle terre d’Alaska riesce a farla franca, lasciando che il ghiaccio invada i corpi e che gli orsi le rendano irriconoscibili.
Il regista decide per il suo primo lungometraggio, forse saggiamente, di seguire un andamento lineare, molto classico per il genere thriller a cui fa riferimento, mostrando Hansen attraverso tre punti di vista: quello del killer stesso, quello del poliziotto e quello della ragazza sfuggita a Hansen a cui viene dedicato più spazio. Proprio la sorprendente interpretazione di Vanessa Hudgens, che dopo “Spring Breakers” sembra averci preso gusto con i ruoli estremi, permette che si porti a compimento l’obiettivo che Walker si è prefissato con questa pellicola: ricordare e dare voce a tutte le vittime, rendere loro protagoniste di questa storia.
Nonostante “Il cacciatore di donne” sia un prodotto ben confezionato e privo di grosse sbavature, si sente che manca il rischio nel creare qualcosa di più del classico thriller movie, nel utilizzare tutte le potenzialità che la fotografia dell’Alaska poteva offrire.
Sara Prian