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Something Good – Recensione

Produttore, regista ed interprete, Luca Barbareschi scrive, porta al cinema e si mette nei panni di un pericoloso truffatore, un vero terrorista mondiale, affrontando un tema nuovo come quello della food security, il tutto spaziando tra il thriller, il noir e una storia d’amore, che riesce ed emozionare e ad intrecciarsi bene con il resto della storia.

Matteo (Luca Barbareschi) lavora per una multinazionale con sede ad Hong Kong, tra gli affari, si occupa segretamente anche del traffico di cibo contraffatto. L’italiano vuole diventare uno tra i più importanti distributori e si caccia nei guai: viene accusato di triplice omicidio. L’unica in grado di scagionarlo e fornirgli un alibi è Xiwen (Zhang Jingchu), una cuoca con la quale intreccia una travolgente storia d’amore. Ma a legarli è anche un segreto nascosto nel passato.

Passato, fiducia, pericolo e sicurezza, questi i pilastri su cui si basa la nuova pellicola di Barbareschi, un film di denuncia che al suo interno rivela quel lato thriller e più emozionante dato dalla storia d’amore, che mescolati insieme accrescono la tensione e l’attenzione dello spettatore.

Conflitto esterno ed interiore del protagonista si fondono, trasformando quell’iniziale sentore di denuncia sociale un po’ troppo oneroso, in un thriller appunto. La spavalderia e le certezze iniziali di Matteo, iniziano a lottare tra loro, finché il protagonista si ritroverà in un faccia a faccia con l’amore e la propria coscienza.

Un po’ come nel film di Steven Knight, Redemption – Identità nascoste (2013) è proprio la redenzione, l’essere perdonato e trovare ancora qualcuno che gli creda, che spinge Matteo e Xiwen a fidarsi l’uno dell’altro: lei lo cambia e lui dovrà cercare il mondo di convincerla a fidarsi dell’uomo nuovo che è.

Ambizioso nella messa in scena (direttore della fotografia Arnaldo Catinari e costumista la premio Oscar Milena Canonero) quanto in alcune trovate registiche e nella costruzione narrativa, tanto da ricalcare molto di più i tratti tipici dei film made in Hollywood, piuttosto che i polizieschi italiani, Something Good si rivela una storia d’amore a tinte scure, che con una buona dose di suspense e tensione, riesce a convincere.

Perlomeno, ci fa capire che nonostante un piccolo budget, una troupe italiana da trasferire all’estero (girato in Cina), ma anche una squadra di professionisti e delle buone doti registiche, è ancora possibile per gli italiani riuscire a creare un buon film.

Alice Bianco

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