I Am Not Him – Recensione
Nihat, introverso single di mezza età che lavora per la mensa di un ospedale, inizia una relazione con la graziosa lavapiatti Ayse. Quest’ultima è sposata con un individuo da tempo carcerato, che somiglia a Nihat come una goccia d’acqua. La tragica scomparsa di Ayse provocherà una trasformazione in Nihat, portandolo all’identificazione fisica e interiore col marito di lei. A parte una piccola invenzione metafisica collocata nella sequenza d’apertura, il turco Pirselimoglu gira uno spaccato di vita (slice of life, come oggi si definisce) nel senso più autentico del termine. Registro narrativo minimalista ed immacolato, dominato dai primi piani e da inquadrature fisse e prolungate. E’anche una commedia drammatica sulla solitudine, l’amore e la morte, soffusamente malinconica ma perennemente attraversata da un intelligente humor ora tenero ora macabro. Non è chiaramente un film adatto alla maggior parte delle fasce di pubblico, e probabilmente la sua orgogliosa rinuncia alla facile commercialità lo renderà scarsamente appetibile a livello distributivo. Eppure, se visto da spettatori sensibili e attenti, può regalare diversi momenti di poesia e l’occasione di penetrare con garbo in una cultura tanto distante dalle nostre latitudini. Ercan Kesal, calato alla perfezione in un personaggio dalle emozioni trattenute e tuttavia profondamente umano, ne è l’interprete ideale.