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Sapore di te – Recensione

Trascorse le feste natalizie con i tentativi di far divertire, vani e disperati, di Colpi di Fortuna, quelli meno peggio di Indovina chi viene a Natale? e un po’ più riusciti e piacevoli di Un fantastico via vai e Un boss in salotto, è la volta di Sapore di te, classica commedia all’italiana firmata fratelli Vanzina che, a trent’anni dal nostalgico successo di Sapore di mare, racconta amori, amicizie e sentimenti sulle spiagge di Forte dei Marmi. Stesso luogo, stesso mare ma diverso periodo storico, o meglio un ideale proseguimento di quel Sapore di mare ambientato negli anni ’60 e terminato nel 1983.  Sapore di te descrive, così, le estati del 1984 e del 1985, e le vicende sentimentali di personaggi nuovi inseriti nell’atmosfera degli anni ’80, una cornice storica che fa solo da sfondo ai messaggi positivi, ottimisti, di sorriso e speranza che la pellicola vuole trasmettere.

Lo stile dei Vanzina, si sa, è quello di raccontare storielle a cuor leggero, a lieto fine, comiche, senza troppe pretese, soprattutto se lo sfondo storico-politico non è approfondito ma appena accennato e usato per far ridere. Le dinamiche che ci vengono riproposte sono sempre le stesse: triangoli amorosi tra adolescenti, tradimenti, amanti, coniugi fedeli e infedeli, un’Italia rappresentata in tutte le sue parti (nord, sud e centro). Dunque niente di nuovo, niente di sorprendente in una pellicola di cui gli unici elementi da apprezzare possono essere la delicata comicità, che fortunatamente non scade mai nel volgare, e le singolari performance di grandi attori come l’esuberante Vincenzo Salemme e il verace romano Maurizio Mattioli, sempre divertente nelle sue prorompenti interpretazioni.

Il cast corale utilizzato all’occorrenza riunisce attrici e attori non nuovi ai film dei Vanzina come gli stessi Salemme e Mattioli, Nancy Brilli, Martina Stella e Virginie Marsan, e alcune new entry come Giorgio Pasotti, Katy Saunders (Tre metri sopra il cielo), Serena Autieri, Eugenio Franceschini e Matteo Leoni. Il talento degli interpreti è messo a servizio della pellicola e del suo genere in un modo che non stona, delicato e composto.

Lontani dal raggiungere il successo di Sapore di mare (non è questo l’obiettivo di Carlo ed Enrico Vanzina e, sicuramente, anche i tempi sono cambiati), i fratelli Vanzina e i loro film sono senza dubbio una tradizione italiana portata avanti e apprezzata da quel pubblico spensierato che vuole dimenticare i problemi quotidiani. Tuttavia, per quanto il prodotto finale possa essere piacevole, la pellicola nella sua semplicità poteva portare una ventata d’aria fresca nelle case degli italiani direttamente tramite il piccolo schermo, al quale si adatta meglio per genere e spessore, lasciando il cinema a qualcos’altro di più originale.

Elisa Cuozzo

  
 

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