Recensioni Film

Storia di una ladra di libri – Recensione (2)

Tratto dal bestseller La bambina che salvava i libri dello scrittore australiano Markus Zusak, Storia di una ladra di libri è la storia di Liesel (Sophie Nélisse), una bambina dell’est data in adozione, in una paesino tedesco, ai coniugi Hubermann, ad un padre (Geoffrey Rush) “dal cuore fisarmonica”, un uomo buono e gentile, e una madre (Emily Watson) “vestita di fulmini”, facilmente irritabile ma dal cuore tenero.

Sullo sfondo della Germania nazista, la storia di Liesel è raccontata dalla voce narrante della Morte, un personaggio che appare solo di spalle, vestito di nero, che si dichiara sempre più attratto dal fascino delle vite umane, dalle loro azioni e dai loro sentimenti.

Sconvolta dalla precoce morte del fratellino, Liesel ha difficoltà ad abituarsi alla sua nuova famiglia e ad integrarsi nella nuova scuola. Subito additata dai compagni come l’analfabeta della classe, la ragazza viene sostenuta dall’amico Rudy, da sempre innamorato di lei, e dall’amorevole padre che le insegna a leggere. La passione per la lettura cresce con la giovane donna la quale usa le pareti della cantina della sua casa come enorme abbecedario dove poter scrivere parole nuove.

Mentre i nazisti bruciano i libri in piazza, Liesel inizia a prenderli in prestito, di nascosto, dalla biblioteca della famiglia più nobile del paese. La sua passione per la lettura cresce ancora di più con l’arrivo di un ragazzo ebreo, Max, che si rifugia presso la famiglia Hubermann. Liesel descrive a Max, nascosto in cantina, il cielo, il sole, la neve e le nuvole portando il giovane a potersi immaginare l’esterno, come se lo vedesse, grazie alle immagini evocate dalle parole della ragazza.

I molteplici risvolti di cui il film si carica durante il suo sviluppo mostrano come Storia di una ladra di libri non sia il solito film sulla Shoah o l’olocausto. Il modo semplicistico con cui è rappresentata la Germania nazista permette di dare spazio a temi forti come la libertà di pensiero e di espressione, l’amicizia, l’amore fraterno e familiare, tematiche che rapiscono e commuovono lo spettatore.

Il fascino e la bellezza del film sono dati da una protagonista buona, forte e risoluta, e da un racconto permeato dall’amore per la lettura e la scrittura, elementi riuniti in un unico e prezioso oggetto: il libro, simbolo di quella cultura e di quella libertà che tutti i regimi dittatoriali hanno tentato di sopprimere. Da qui è facile immedesimarsi nella protagonista e rimanere incantati, insieme a lei, di fronte agli scaffali pieni di libri di una grande biblioteca, all’apertura delle pagine di un romanzo dalle quali si dischiudono realtà diverse, infinite, inaspettate e mondi sempre nuovi creati dalla forza evocatrice delle parola. Con la maggiore consapevolezza delle parole e del loro uso, è facile arrivare insieme a Liesel alla spontaneità e alla voglia di ragionare con la propria testa, di rifiutare ogni imposizione dall’esterno, di essere liberi.

Con i suoi messaggi positivi, validi in ogni tempo e spazio, Storia di una ladra di libri si appresta ad essere un ottimo film di formazione accessibile anche al pubblico dei più giovani. 

Elisa Cuozzo
     
 
 

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio