Mister Morgan – Recensione
Tratto dal libro ‘’La Doucer Assassine’’, dello scrittore francese Françoise Dorner, Mister Morgan si presenta come una dramedy dai colori tenui, che inizialmente fa leva su un registro tipico della commedia, per poi abbandonarsi alle riflessioni sulla vita, sugli affetti e sul vero significato della famiglia, rischiando di far commuovere lo spettatore empatico.
Matthew Morgan (Michael Caine) è un ex professore americano trasferitosi a Parigi. Tre anni prima ha perso la moglie, che ha desiderato morire lì e non aspetta altro che il momento giusto per farla finita. Finché non incontra Pauline Laubie (Clémence Poésy), giovane insegnante di cha cha cha. Un incontro che fa sbocciare un’amicizia fra i due. Pauline tenterà anche di aiutare l’uomo quando riceve la visita dei figli, Karen (Gillian Anderson) e Miles (Justin Kirk), che però sembrano non fidarsi di Pauline.
Inno alla vita e alla speranza, Mister Morgan si presenta però all’inizio, come una pellicola dedicata alla fine di un amore, allo stato comatoso e depressivo che ne consegue per chi dei due nella coppia, rimane in vita, ma poco per volta si trasforma, grazie alla presa di coscienza da parte del protagonista, che l’esistenza è una sola e che grazie ad un’altra persona, si può riiniziare a vivere.
Matthew, che in fondo ha sempre voluto vedere e far felice la moglie, proprio grazie all’incontro con Pauline, questa giovane ragazza che gli ricorda molto la defunta coniuge, diventa ben presto il centro del suo universo, le dedica tutto il suo tempo e le si affeziona come non mai.
È difficile definire il rapporto tra i due, a metà tra quello naturale fra padre e figlia e quello più particolare tra uomo e donna, ma quel che è certo è, che amicizia o affetto più profondo che sia, tra la giovane e l’anziano professore, scoppia l’amore, quello incondizionato, come tra familiari; entrambi si prendono cura dell’altro e si sentono al sicuro nelle sue braccia.
Il vero significato di famiglia è proprio il tema principale della pellicola, caratterizzata da una sceneggiatura semplice, ma impreziosita dalle interpretazioni dei due protagonisti. Lo straordinario Michael Caine, che veste i panni adatti alla sua non più giovane età, dimostrando però di avere ancora quel fascino, raffinatezza ed eleganza, che lo contraddistinguono e la giovane Clémence Poésy, perfetta spalla destra, che con naturalezza e semplicità, dimostra buona alchimia con il veterano attore.
Il film ricorda molto l’italiano Miele (2013) di Valeria Golino, per i temi trattati (suicidio ed eutanasia), anche se qui solamente accennati e Amour (2012) di Michael Haneke, che raccontava con delicatezza l’amore senile ed incondizionato tra un uomo e una donna, fino allo stadio finale della vita.
Intimo e delicato, Mister Morgan è essenzialmente un film sull’amore, mostrato in tutte le sue sfaccettature, dall’amicizia a quello fra uomo e donna, da quello con una scadenza a quello durevole anche dopo la morte, con un magnifico cast ed una ville lumière, che fa perfetto sfondo al sottile romanticismo della pellicola.
Alice Bianco