Ti Sposo Ma Non Troppo – Recensione
Commedia romantica sui generis, Ti sposo ma non troppo, diretta, sceneggiata ed interpretata da Gabriele Pignotta, è una buona opera prima, che con gags, attori capaci ed uno sfondo favolistico, riesce a far divertire lo spettatore, senza cadere nel volgare e nel troppo mieloso.
Luca (Gabriele Pignotta) è il fisioterapista precario di Andrea (Fabio Avaro), allenatore di canoa. Quando uno psicologo parte per Cuba ed affida a Luca il suo appartamento-studio, il fisioterapista comincia a ricevere le visite di tutti i pazienti del dottore e li allontana, tranne la bella Andrea (Vanessa Incontrada). La donna è stata abbandonata all’altare e da allora sentendo la parola matrimonio, sviene ed ha gli attacchi di panico. A completare il quartetto c’è Carlotta (Chiara Francini), la ragazza con cui l’amico Andrea sta per sposarsi.
Come si può ben capire, è l’amore che fa da colonna portante a questa rom-comedy, un sentimento però che Pignotta ha voluto rapportare al mondo d’oggi e quindi al legame che ha l’uomo con Internet, la tecnologia, l’anonimato e il virtuale. Questa la vera novità del film, che porta sullo schermo la quotidianità e le incertezze di tutti, in campo sentimentale e non, spesso sopite ormai dai nuovi mezzi di comunicazione.
Proprio Internet e le chat sono al centro della vicenda, la componente che dà il via alla storia, ma ben presto i protagonisti si accorgono che quando la fantasia, la finzione che ne deriva e la paura, si insinuano, i rapporti instaurati non possono che prendere una piega inaspettata.
Le due coppie, Luca e Andrea e Andrea e Carlotta, sono completamente all’opposto, stratagemma questo, usato da Pignotta per cercare di dimostrare la nascita di un nuovo amore, e viceversa, il bisogno di risveglio della passione e dei sentimenti per chi da troppo tempo è abituato, ma stanco della routine.
Ecco quindi che, prendendo spunto proprio dal suo omonimo spettacolo teatrale del 2007, Pignotta è riuscito a mettere in scena una commedia degli equivoci, condita con sempliciotte gags e romanticismo, che sebbene non presenti nulla di nuovo in termini narrativi, aggiunge invece qualcosa in più alla messa in scena, con spunti non banali e buone interpretazioni.
Dopo numerose commedie alla Vanzina e Neri Parenti, ecco un altro esempio della neo commedia italiana, goliardica, genuina e assolutamente non volgare, impreziosita da una buona chimica tra i protagonisti ed una buona dose di romanticismo, ben ancorato alla realtà.
Alice Bianco