Recensioni Film

Still the Water – Recensione

La natura, il mare, il mistero questi gli elementi che emergono dall’ottavo film di Naomi Kawase, in Concorso al 67esimo Festival del Cinema di Cannes. Una pellicola che si concentrata maggiormente sull’aspetto visivo a discapito di una sceneggiatura semplice e poco originale.

Nell’isola giapponese di Amami Oshima, un quattordicenne di nome Kaito (Nijiro Murakami) vede un cadavere che galleggia in mare. Cerca di risolvere il mistero del corpo, con l’aiuto della sua ragazza, Kyoko (Jun Yoshinaga), ed insieme, i due impareranno a diventare adulti.

Quasi pellicola di formazione, Still the Water ha come protagonisti due ragazzi accumunati dalla disperazione: i genitori di Kaito si stanno separando, Kyoto invece ha un padre che le vuole bene ed una madre malata. Confrontandosi e confidandosi, troveranno la strada giusta per crescere; ad unirli ancor di più, proprio la macabra scoperta del cadavere trovato in mare.

Il film infatti, di per sé povero dal punto di vista narrativo, nel momento in cui affiora il corpo di uomo in mare, assume dei contorni thriller e noir, che sicuramente rappresentano un qualcosa in più, anche se la sensazione è minima, perché magicamente questo aspetto è messo da parte, per dar maggior spazio ai due protagonisti e alla loro maturità.

Con quest’ultima pellicola, la Kawase sembra non discostarsi molto dai classici temi della natura, del rapporto difficile tra essa e l’uomo, delle difficoltà tra gli esseri umani stessi e dell’importanza della cultura di un popolo, Still the Water infatti, non presenta nulla di nuovo rispetto ai suoi film precedenti, anche se a colpire ed imprimersi nella mente, è proprio la natura, anche quella più crudele.

I paesaggi e i corpi dei due ragazzi, specialmente nella scena in cui in acqua sembrano assomigliare a quelli di due sirene in mare, risaltano e sorprendono lo spettatore, che sopraffatto dalla naturalezza fisica e dall’attenzione messa nel ricercare ogni piccolo particolare, ne rimarrà affascinato.

Caratterizzato da un forte estetismo, Still the Water, finisce quindi per essere una pellicola povera, o comunque non originale dal punto di vista narrativo, un minestrone riscaldato dei buoni sentimenti, con dei moderni Adamo ed Eva, fortunatamente immersi in un paesaggio paradisiaco, che incanta lo spettatore, non facendolo pensare ad altro.

Alice Bianco

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio