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Lettere di uno Sconosciuto – Recensione

Dalla Cina con furore, dopo aver incantato il pubblico dei connazionali e non solo con i suoi maestosi wuxia pian e le grandi produzioni, il regista Zhang Yimou approda a Cannes, presentando Fuori Concorso, una pellicola che si discosta dai questi generi, facendoci però rimpiangere la Gong Li de La città proibita (2006), così come i suoi più celebri wuxia.

Una coppia innamorata è divisa dall’arresto di lui (Daoming Chen) che durante le purghe della Rivoluzione culturale cinese, infatti, viene inviato in un campo di lavoro come prigioniero politico. Dopo alcuni anni, una volta rilasciato, torna a casa, ritrova la giovane figlia pentita per averlo tradito, ma soprattutto l’amata moglie (Gong Li). Quest’ultima non lo riconosce, perché rimasta vittima di una improbabile amnesia selettiva.

In una prima parte tutta dedicata alla spiegazione del periodo storico, ai cinesi e non, Yimou prosegue poi con il vero e proprio melodramma, una storia d’amore fatta di sentimenti, di rispetto, ma anche di tanta sofferenza.

Sofferenza che è equipollente a quella di un’intera nazione, una Cina scossa e turbata dalla Rivoluzione culturale, che nonostante il periodo passato porterà per sempre le sue cicatrici.

Il marito, attraverso i ricordi, gli oggetti, la musica, cerca di far innamorare di nuovo la moglie, che colpita da una malattia non si ricorda più il volto dell’uomo che amava. Questo è il dramma a tinte melò, messo in scena da Yimou, una storia, oltre che già sentita, poco emozionante, nonostante la buona interpretazione di Gong Li, la musa di Yimou.

Quel ritorno a casa è devastante, ma purtroppo lo è anche la prova registica di un grande maestro cinese, che ahimè mostra di aver perso il suo smalto. Inquadrature quasi al limite dell’inutilità, coinvolgimento, sebbene si tratti di una storia d’amore pari a zero e poca cura stilistica in generale.

Un vero peccato per un regista così apprezzato, che probabilmente farebbe bene a ritornare ai suoi film più classici, mettendoci l’impegno e la  maestria che lo ha reso uno dei più importanti della sua generazione.

Alice Bianco

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