Recensione di Mai Così Vicini
Non c’è un età per innamorarsi, cambiare e ricominciare, Rob Reiner lo dimostra con la sua dramedy Mai così vicini, un film semplice, senza tanti fronzoli, che è un omaggio alla generazione degli anta e a tutti coloro che credono all’amore senza tempo. Una commedia a tinte tenui che, dedicata in special modo agli adulti maturi è in grado di far divertire tutti, senza tante grosse risate.
Oren (Michael Douglas) era il migliore agente immobiliare di tutta la contea di Fairfield, ma dopo la morte della moglie non riesce a piazzare nel mercato la sua stessa villa al prezzo che si era prefissato. In attesa di concludere quella vendita e trasferirsi nel Vermont, abita in un appartamento nel piccolo complesso residenziale sulla costa che è di sua proprietà, e ha affittato gli appartamenti attigui ad un gruppetto di vicini che non ne possono più del suo caratteraccio. Fra questi Leah (Diane Keaton), vedova inconsolabile e cantante di nightclub. Quando Luke (Scott Shepherd), il figlio di Oren, affida al nonno la figlia Sarah (Sterling Jerins), gli equilibri fra i due vicini saltano. Riuscirà la gentilezza di Leah a fare breccia nella corazza di quell’uomo?
Dopo Tutto può succedere (2003), È complicato (2009) e Il matrimonio che vorrei (2012), tutte commedie con protagoniste coppie di mezza età, che sono però quelle da cui si finisce per imparare qualcosa, anche se da capire ed apprendere ne hanno ancora molto i due protagonisti.
Leah ha perso il marito, Eugene, da qualche anno, ma non riesce ancora a dimenticarlo e cantando le sue canzoni i ricordi la intristiscono, anche Oren è vedovo, dopo aver assistito per diversi anni la moglie Sarah Elizabeth ormai defunta. Dolori simili, ma modalità di affrontare la situazione diverse, Oren infatti sembra aver messo una corazza tra lui e gli altri, mentre Leah ama essere contornata dalla gente, per sentirsi meno sola.
Lei amata da tutti, lui odiato, due opposti che come nelle classiche commedie riescono alla fine ad attrarsi, prima fisicamente e poi sentimentalmente. Sarah, la nipote di Oren, l’anima giovane del film sarà il collante fra i due, li risveglierà dal loro torpore e li farà tornare a vivere.
La coppia Michael Douglas e Diane Keaton sorprende proprio per l’intramontabile bravura, i ruoli sembrano infatti cuciti perfettamente su di loro, che dimostrano inoltre di avere una buona chimica, risultano credibili riuscendo a far divertire e riflettere allo stesso tempo, lo spettatore.
Il pubblico rimarrà piacevolmente sorpreso da questa dramedy sull’amore senile, narrazione e dialoghi ben scritti, ottime interpretazioni ed una regia semplice, che incorpora l’essenza stessa del film, il classico sui buoni sentimenti, con una storia vista e rivista, adatto ai più grandi, ma sempre gradito nei periodi estivi.
Alice Bianco