Maicol Jecson – Recensione
Dar vita ad una commedia di formazione che indaghi, in maniera divertente e con rispetto degli adolescenti, dell’importanza dei rapporti, dell’amore e del vero senso di amicizia e famiglia, è l’ottimo risultato della coppia di registi Francesco Calabrese-Enrico Audenino, che questa settimana regalano al cinema italiano una nota di colore, buon cinema e una narrazione diversa dal solito.
Estate 2009. Il 15enne Andrea (Vittorio Gianotti) e il fratellino Tommaso (Tommaso Maria Neri), 9 anni hanno una passione sfrenata per Michael Jackson e dovrebbero partire per il campo estivo. Andrea ha un appuntamento con la ragazza dei suoi sogni con la quale conta di perdere la verginità, approfittando della casa lasciata vuota dai genitori in vacanza e fra i maldestri tentativi di appioppare Tommaso a qualcuno, Andrea si imbatte in Cesare (Remo Girone), un anziano signore che non vede l’ora di calarsi nel ruolo del nonno putativo dei due fratelli.
Amicizia, amore, il diventare grandi e il vero significato di libertà, questi i temi affrontati dalla pellicola poco politically correct di Clabarese-Audenino. La famiglia moderna, o meglio, atipica, il nonno ‘’adottato’’ fuori di testa, la ragazza più bella del quartiere che usa lo ‘’sfigato’’ geek (Andrea), il geek che non vede l’ora di perdere la verginità con questa ragazza per fare bella figura con gli amici, un fratello come Tommaso, ancora piccolo, ma che ama il re della musica pop e la classica vicina migliore amica, che conosce fin da quand’erano piccoli.
Andrea e la sua vita, così come la storia stessa, hanno tutte le caratteristiche per essere definiti americani. Road movie che si fa metafora del tempo che passa, dei cambiamenti e delle classiche tappe della vita di un essere umano (l’infanzia, l’adolescenza ma anche la vecchiaia), Maicol Jecson, questa commedia in puro stile yankee (di un cinema statunitense definito indie) che approda sugli schermi nostrani, ricorda molto il successo d’oltreoceano Little Miss Sunshine (2006).
Gli elementi ci sono tutti, anche se rivisti e rivisitati in chiave italiana, a cominciare dal quartiere in cui abitano i due fratelli, molto simili agli agglomerati e alle villette americane, ma ben distinguibili. La donna che fa jogging ed è presente come elemento visivo di ripetizione, è un’altra delle chicche del film, così come il montaggio stesso, che ricorda quasi un video musicale.
Divertente, genuino e soprattutto particolare per il nostro cinema italiano, questo prodotto made in Italy è un altro dei validi film indipendenti sfornati negli ultimi mesi, un film con una narrazione fluida, dei bravissimi interpreti (Giannotti, Neri e Girone), una regia attenta, moderna e temi importanti, che attraverso i consigli del nonno Cesare, gli sbagli e i comportamenti dei protagonisti, descrivono al meglio la gioventù d’oggi.
Alice Bianco