Provetta d’Amore – Recensione
Commedia poco riuscita questa Provetta d’amore, diretta da Jay Chandrasekhar che, cercando di scimiottare l’umorismo delle pellicole di Judd Apatow, riesce solo a sfornare un’opera banale, al limite dell’imbarazzante.
Tommy (Paul Schneider), dopo aver tentato invano di avere un figlio da sua moglie Audrey (Olivia Munn), capisce che potrebbe non avere figli. L’unico modo sarà ritrovare l’ultimo vasetto di sperma che aveva donato anni fa e per far questo, convince i propri amici a rubarlo alla banca del seme.
Provetta d’amore nasce come commedia che dovrebbe far ridere, ma invece, provoca solo qualche forzato sorriso in una mistura di volgarità e situazioni viste e riviste. A questo si unisce il bisogno di aggiungere del sentimentalismo lì dove stona, cercando di farci commuovere per un matrimonio, quello tra Tommy e Audrey, talmente dolce e toccante da risultare finto, stucchevole e a tratti persino fastidioso.
Da questa dose di zuccheri partono poi una serie di scenette volgari, fini a se stesse che si concludono in un inevitabile lieto fine che, in qualche modo, cozza con tutta la messa in scena che ci viene propinata poco prima.
Una serie di cliché uno dietro gli altri che non aiutano sicuramente lo svolgimento della struttura narrativa, che sconfina in una comicità becera condita da formule e concetti di cui il cinema è pieno. Provetta d’amore, concentrandosi principalmente sulle situazioni volgari, dimentica, se non nella prima parte, la caratterizzazione dei personaggi e l’elemento introspettivo che forse avrebbe dato maggior spessore all’opera.
Anche se nell’immediato qualche situazione può provare in qualcuno qualche risata, finita la pellicola quello che rimane è un vago ricordo di un film dal ritmo spento, senza colpi di genio, creato, sembra, per un pubblico che sa accontentarsi.
Sara Prian