I Nostri Ragazzi – Recensione
Una bomba ad orologeria, un ticchettio, una struttura narrativa geometrica e controllata che aumenta il climax man mano che si prosegue con la storia. Questo è I nostri ragazzi di Ivano De Matteo, che porta sullo schermo lo sguardo dei genitori verso i propri figli, visti prima con amore e poi quasi con orrore.
Due fratelli di carattere completamente opposto, Paolo (Luigi Lo Cascio) e Massimo (Alessandro Gassman) s’incontrano una volta al mese in un ristorante con le loro mogli ostili. Vogliono mantenere la tradizione finché un fatto grave che riguarda i figli, manda in rotoli il loro precario equilibrio quotidiano.
De Matteo prende un qualcosa, come questo nucleo famigliare, apparentemente solido e indaga le dinamiche che ne fuoriescono dal momento in cui un elemento esterno fa crollare tutta la struttura che implode su se stessa dando vita, appunto, ad una sceneggiatura costruita con minuzia.
Libero adattamento del romanzo provocatorio “La cena” di Erman Koch, il film riprende come per Gli equilibristi, presentato l’anno scorso a Venezia, una famiglia all’apparenza normale che in verità nasconde dei problemi che diventano ben presto drammi. A differenza della pellicola precedente però, qui Di Matteo decide di indagare le vicissitudini di due famiglie borghesi, in particolare il rapporto tra genitori e figli e il loro modo di affrontare i problemi.
Divergenze e situazioni da risolvere, che contrariamente a Gli equilibristi, vedono genitori e figli da due parti differenti della barricata, che cercano di relazionarsi, ma che finiscono quasi per odiarsi e prendersi in giro, soprattutto i figli con padre e madre. Quest’ultima è protettiva e giustificante sia nella figura della Mezzogiorno che in quella della Bobulova, i padri fratelli invece, sono diversi fra loro, Paolo pediatra è meno giustificante, mentre Massimo avvocato, cerca di difendere figlia e nipote.
La particolarità del film però è data da una profonda contraddittorieta’ di fondo dei personaggi: i ruoli, le idee e i ragionamenti cambiano man mano che si sviluppa la trama e sono proprio essi la causa dello stravolgimento dei fatti, fino a raggiungere l’apice del climax nelle scene finali.
L’unico difetto che probabilmente si può attribuire al film, che rappresenta un buon risultato per Di Matteo, è una prima parte un po’ troppo lunga ed un exploit degli eventi, in una seconda parte più ritmata, tragica e quasi grottesca.
L’etica e la giustizia diventano comunque gli elementi ridondanti e principali della pellicola, temi profondi, realistici ed attuali, che colpiscono lo spettatore. Realismo che si amplifica grazie alle interpretazioni del quartetto di attori adulti e dei più giovani, molto naturali e dotati di un’ottima chimica fra loro.
Buonissima quindi l’ultima prova cinematografica di Di Matteo, che non fa del moralismo, permette allo spettatore di riflettere, è attuale e si conclude all’improvviso, spiazzando. Una pellicola tragica e grottesca che finisce per stupire efficace ed un buon prodotto dell’attuale cinema nostrano.
Alice Bianco