11 Settembre 1683 – Recensione
Ci sono storie che i libri di scuola non insegnano. Ci sono uomini, piccoli uomini, diventati grandi eroi, ma dimenticati dai più. Ci sono persone che hanno combattuto perché la vita sia come la conosciamo ora. Ci sono film come questo di Renzo Martinelli che si fanno portavoce di tutto questo e ci raccontano avvenimenti per troppo tempo dimenticati.
11 Settembre 1683 è la data in cui il vastissimo impero Ottomano, guidato da Karà Mustafà (Enrico Lo Verso) si scontra con l’esercito d’Occidente deciso a difendere la cosiddetta “mela d’oro”, cioè Vienna. Il Gran Visir era deciso a portare l’egemonia della religione islamica nel cuore dell’Europa trasformando tutte le basiliche cristiane in moschee. Convinti di avere la vittoria in pugno, l’impero di trecentomila uomini Ottomani, deve fare i conti con la forza delle parole del frate cappuccino Marco d’Aviano (F. Murray Abraham) e della grande sapienza strategica del sovrano polacco Jan Sobieski (Jerzy Skolimowski).
Il film di Martinelli è un film epico con, però, tutte le limitazioni del caso dovute al budget. Non aspettatevi dunque i grandi effetti speciali visti nei grandi film di guerra americani o cinesi (John Woo e Ridley Scott per citarne un paio); qui c’è moltissimo green screen e computer grafica, l’impostazione visiva è quella da serie Tv (con tanto di sigla iniziale), ma questo non toglie alla pellicola una forza e una voglia di raccontare dei fatti sconosciuti ai più.
Chi si aspetta un film didascalico, educativo e demagogico, viene ben presto smentito dalla visione romanzata dell’intera pellicola, a partire dal sovrano di Vienna, Leopoldo I, figura caricaturale, impreparata alla guerra, impaurita e vile, che dona un inevitabile sorriso allo spettatore.
I dialoghi un po’ semplicistici si pongono come un’arma a doppio taglio: da una parte permettono a chi sta guardando una piena comprensione degli avvenimenti, senza dover continuamente domandarsi chi e di che cosa stanno parlando i personaggi, dall’altra incasella il film nel fittizio, marcando ancora una volta che tutto quello che stiamo vedendo è davvero accaduto, ma potrebbe non esserci grande accuratezza storica.
Il cast internazionale è sicuramente uno dei punti di forza: F. Murray Abraham è perfetto nel ruolo di Marco e Jerzy Skolimowski, regista del film visto a Venezia “Essential Killing”, ha la freddezza e il distacco necessario per interpretare il sovrano polacco. Degni di lode sono anche Antonio Cupo nel ruolo del Duca di Lorraine, Alicja Bachleda interprete della Duchessa, Piotr Adamczyk che ritrae un Leopoldo I difficile da non amare. Federica Martinelli bravissima nel ruolo di una sordo muta che interpreta con fortissima intensità. Enrico Lo Verso, invece, nonostante ci metta tutto il cuore e l’intensità risulta un pelo al di sotto rispetto alle prove degli altri attori.
Queste, in ogni caso, sono piccolezze se guardiamo l’opera nel suo complesso, che ha la capacità e il merito di avvicinare il pubblico ad avvenimenti pressoché sconosciuti, snobbati dalle scuole e far ragionare sul significato della data 11 Settembre.
Sara Prian