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1921 – Il mistero di Rookford – Recensione

Diretto da Nick Murphy con il titolo originale di “ The Awakening”, “1921 – Il mistero di Rookford” porta lo spettatore ad immergersi in una realtà densa e misteriosa, analizzando il punto di contatto tra il mondo reale e quello ultraterreno. Molto simile come contenuti e scelte stilistiche a “The Others” e “The Orphanage”, il film è pervaso una nuance thriller più che horror.

Florence Cathcart (Rebecca Hall) è una giovane donna che ha scritto un libro dove espone la sua teoria volta a sconfessare ogni genere di possibile contatto con fantasmi e entità paranormali. Per tale motivo viene chiamata a indagare sul mistero che avvolge un collegio maschile fuori Londra. In realtà la vita della giovane Florence, come quella di tutti i reduci della prima guerra mondiale, è stata violentemente provata e la teoria realista che pervade il libro nasconde il suo desiderio di voler credere nei fantasmi per poter così incontrare nuovamente con il suo amato, morto in trincea, a cui non ha potuto dire addio.

Giunta nel collegio maschile, in un contesto fatto di solitudine incontra la governante Maud Hill, intrepretata da Miss “Dolores Umbridge” Imelda Staunton, Mallory (Dominic West), che si occupa della cura dei ragazzi all’interno dell’Istituto, e il piccolo Tom (Isaac Hempstead-Wright), che rimangono nella casa infestata dopo la chiusura del collegio per il periodo estivo. Florence dovrà indagare sull’omicidio di uno degli alunni e sulle strane apparizioni notturne di quello che molti hanno riconosciuto come un fantasma di un bambino.

Un thriller psicologico e paranormale, in cui la componente horror è, fortunatamente, quasi inesistente a favore di una forte suspance che, soprattutto in alcune scene, fa saltare lo spettatore sulla sedia ma senza l’ausilio di espedienti splatter.

La sofferenza e la solitudine sono i temi fondanti del film, che ripercorre le giovani vite dei personaggi, già segnate dal dolore e dalla perdita degli affetti, e delle sicurezze che la grande guerra aveva spazzato via, lasciando il finale aperto a molteplici interpretazioni.

Eva Carducci

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