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99 Homes – Recensione

Con uno sguardo sempre particolare sull’America di oggi, torna a Venezia in concorso (dopo At Any Price nel 2012) Ramin Bahrani con il suo 99 Homes che ci porta direttamente sulla crisi del mercato immobiliare, ma toccando anche il collegato microcosmo delle famiglie e concentrandosi sul complesso ed intricato rapporto dei due protagonisti, i bravissimi e complementari Michael Shannon ed Andrew Garfield. Un viaggio nelle coscienze doloroso ed intenso che colpisce lo spettatore dritto nello stomaco.

Orlando, Florida. Dennis (Andrew Garfield) è un giovane padre di famiglia che viene sfrattato dalla sua casa da un agente immobiliare senza scrupoli, Mike (Michael Shannon). Dennis, trovandosi in una situazione difficile, decide di lavorare per Mike trovandosi invischiato all’interno della corruzione immobiliare. Quando però i soldi tornano a riempire le tasche del giovane Dennis, i rimorsi iniziano a diventare i suoi incubi quotidiani.

Se già c’è una sorpresa in questo festival è proprio 99 Homes che ci fa scoprire un Andrew Garfield inedito e sorprendente, in una pellicola intensa, nonostante le si possa imputare di essere un po’ troppo didascalica e, qualcuno dirà, ripetitiva. Ma è proprio questo reiterato schema a far crescere il climax, con una colonna sonora ansiotica che non molla lo spettatore fino alle ultime scene, dove, forse, si esagera troppo con il buonismo e il pathos.

La crisi immobiliare in primis, ma anche quella dell’animo che si trova divisa tra il dover sbarcare il lunario a tutti i costi e la propria etica morale, sono al centro di questo intenso duetto tra Michael Shannon (leggermente sottotono rispetto al solito, ma comunque grandioso) e il sorprendente Andrew Garfield, che si scolla di dosso la maschera di Spider Man, per indossare quella di attore maturo e drammatico, mai sopra le righe.

99 Homes è potente ed emozionante perché ci si trova spiazzati a testimoniare storie fittizie, ma girate in uno stile che si avvicinano al documentario-reality, che spezzano dentro. L’occhio dello spettatore è filtrato attraverso quello di Garfield e il nostro senso etico è messo a dura prova, davanti alla realtà dell’homo homini lupus.

Salvare la propria famiglia a discapito di altre o salvare la propria caoscienza? Domanda non semplice a cui il regista cerca di dare una sua risposta, lasciando però tempo anche allo spettatore di maturare la propria.

Se At any price non aveva convinto pienamente, 99 Homes riporta Bahrani a livelli più alti e anche a questioni più universali, con uno stile registico più asciutto. La pellicola ha il pregio di coinvolgere e creare empatia con uno spettatore assorbito dalle due grandi interpretazioni.

Sara Prian

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