Recensioni Film

Amoreodio – Recensione

In un crescendo di tensione e, come suggerisce il titolo, di amore che si trasforma in odio così come di amore che spinge ad odiare, la pellicola, opera prima del regista e sceneggiatore Cristian Scardigno, è un racconto, quasi dimostrazione documentaristica di ciò che avvenne nel 2001 a Novi Ligure, quando Erika ed Omar, due giovani come i protagonisti, compirono un duplice omicidio. Prendendo spunto proprio da quel tragico episodio, il cineasta ha costruito con dovizia di particolari, un film che riflette più in generale proprio sullo stile di vita dei giovani d’oggi, senza per forza farne di tutta l’erba un fascio.

Katia (Francesca Ferrazzo), 17 anni, apatica e frustrata, trascorre le giornate in compagnia del suo ragazzo, Andrea (Michele Degirolamo). Quando non sta con lui, incontra di nascosto altri ragazzi e litiga continuamente con i genitori, che non accettano la sua relazione con il giovane, ritenendola la causa del suo scarso rendimento scolastico. La monotonia del piccolo paese in cui vive e del vuoto della sua vita, trascina Andrea a compiere un violento crimine che porterà loro e la famiglia della ragazza, ad un tragico epilogo.

Amoreodio è soprattutto una pellicola che approfonditamente indaga sulla generazione degli adolescenti di oggi, annoiati e soli nonostante i social network, che per sfuggire alla monotonia quotidiana arrivano anche a compiere gesti inconsulti, che però hanno delle gravi conseguenze.

Il pericolo e il rischio, Katia è alla ricerca di essi per allontanare la noia dalla sua vita, che come confessa ad Andrea, non le basta. Non le piace essere comandata ed è desiderosa di sentirsi “libera”, indipendente da quei genitori che sembrano controllarla sempre e le ordinano cosa fare e non fare.

L’amore che provano l’uno per l’altra, ma soprattutto Andrea per Katia, trova la sua espressione in un gesto d’odio, l’uccisione di due persone, a loro volta odiate dalla ragazza. Ecco quindi giustificato il titolo, che trova la sua completezza nella struttura narrativa del film, un crescendo di tensione fino ad arrivare al climax, la scena dell’assassinio, brillantemente interpretata dai due protagonisti.

Francesca Ferrazzo, Katia, rappresenta la lucidità, la freddezza, gelida ed imperturbabile nel placcare la madre per poi lasciare il compito a Michele Degirolamo, un Andrea vacuo, impaurito e poco convinto, di uccidere i due familiari di lei. Ruolo altrettanto importante ce l’ha la musica, che contribuisce ad accrescere il nervosismo e il rischio del momento.

Con un buon uso del montaggio, soprattutto quello alternato finale, una buona fluidità narrativa, nonostante alcune parti all’inizio evitabili ed un buon dosaggio della suspense, Scardigno è riuscito in maniera decisiva a raccontare un fatto realmente accaduto, aggiungendoci però personalità, idee e soprattutto facendo riflettere lo spettatore sull’accaduto e più in generale sul life style dei giovani d’oggi.

Alice Bianco

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio