Behind the Candelabra – Recensione
Dopo il bellissimo film di Kechiche, “La vie d’Adele”, il 66esimo Festival di Cannes ha posto sotto i riflettori il tema dell’omosessualità anche grazie al film di Steven Soderbergh, “Behind the candelabra”. Proprio per questa tematica la pellicola non ha trovato spazio nei cinema americani, preferendo un passaggio in televisione sull’emittente via cavo HBO.
E’ lecito chiedersi, dopo la visione, i motivi di questa scelta che sembra veramente assurda.
Siamo davanti ad un biopic riguardante Władziu Valentino Liberace (Michael Douglas), eccentrico pianista americano e del suo rapporto con Scott Thorson (Matt Damon) vissuto tra passioni, sfarzo e sfociato poi in cause legali fino alla morte dello stesso Liberace per AIDS.
Behind the Candelabra è una storia d’amore, d’amicizia e come dice lo stesso Liberace: “Uomini o donne, che importa? L’importante è essere se stessi”. Sì perché sia che sullo schermo si racconti di due uomini o due donne o di una coppia etero, non è quello l’importante: qui si parla di un rapporto ed i cambiamenti che esso comporta nella vita di una persona, e questo è universale e prescinde da tutto.
Anche se Soderberg, che si avvale della collaborazione di uno sceneggiatore avvezzo alle love story come Richard LaGravenese, avrebbe dovuto curare un po’ più approfonditamente l’aspetto empatico che avviene in maniera discontinua risultando, a volte, didascalicamente freddo, è interessante il percorso che il personaggio di Matt Damon intraprende lungo tutto il film.
Da sempliciotto ragazzo di provincia un po’ in carne che sogna di diventare un veterinario, ad assistente muscoloso del pianista, vestito di lustrini e costretto alla chirurgia plastica per accontentare l’amato Liberace. D’altro canto, il musicista, offre a Scott la possibilità di avere una famiglia racchiusa in un’unica persona: Liberace, infatti, sarà per lui amante, migliore amico, ma soprattutto padre.
E’ quindi, questa, una storia solamente omosessuale? Certamente no, perché Soderbergh riesce, intelligentemente, a far confluire più tematiche senza perderne di vista nemmeno una, connotando la parola amore di tutti i significati che può avere e facendoli confluire in solamente due personaggi che percorrono varie fasi nel film.
E tutto il peso di questa difficile opera è sulle spalle di due magnifici attori come Matt Damon, perfetto come non lo si vedeva dai tempi di “Genio ribelle” e un Michael Douglas in forma smagliante dopo il tumore alla gola che lo ha allontanato dalle scene.
Behind the candelabra è, come dice il titolo stesso, tutto ciò che sta dietro l’ipocrisia, la falsità delle luci dalla ribalta: dai lustrini, al fingere l’eterosessualità, fino al parrucchino di Liberace. Ma l’altra faccia della medaglia è proprio l’unica cosa vera, reale di tutta la pellicola: l’amore di Scott verso un amico che si trasforma in amante e che, infine, diventa l’unico padre che abbia mai avuto.
Sara Prian