Bel Ami – Recensione
Presentato fuori concorso all’edizione numero 62 del Festival di Berlino, arriva in Italia Bel Ami, film diretto da Declan Donnellan e Nick Ormerod, trasposizione cinematografica del romanzo di Guy de Maupassant, pubblicato nel 1885. Svestiti momentaneamente i panni del vampiro Edward Cullen della saga di Twilight, il divo delle teenagers Robert Pattinson si cimenta in un ruolo decisamente più impegnativo. Il film racconta la storia dell’ascesa di Georges Duroy, giovane arrampicatore sociale che nella Parigi di fine Ottocento riesce a farsi strada nei salotti dell’alta società francese, allo scopo di abbandonare la sua condizione di estrema povertà. L’ossessione per il successo lo porta ad utilizzare le sue doti seduttive per traviare donne ricche e famose. Sullo sfondo una società in continuo mutamento (è l’inizio dell’espansione colonialista), nella quale politica e stampa sono costantemente in competizione per avere il dominio sulle masse. Il suo egocentrismo e smisurata voglia di rivalsa lo condurranno verso una spirale autodistruttiva, dalla quale comunque uscirà quasi del tutto indenne grazie alla sagacia nel saper cogliere le migliori opportunità per se stesso. L’attualità del romanzo, nel quale veniva descritta in maniera precisa e puntuale una società nuova e corrotta dai giochi di potere, nel film perde di valore sociologico diventando più lo sfondo sul quale si muovono i personaggi. Il comportamento arrivista di Georges Duroy è figlio di quell’evolversi, di quella voglia di supremazia, e la pellicola non restituisce quel sottotesto necessario alla vicenda. Nonostante l’esperienza maturata in allestimenti teatrali, che in altri casi sarebbe stata un punto di forza nel riadattare un romanzo così complesso, i due registi peccano proprio nella messa in scena, resa piatta e monocorde da una eccessiva fiducia nelle potenzialità degli attori. Punto debole del film è, infatti, la recitazione plastificata di Pattinson, visibilmente impacciato negli abiti da damerino, e costantemente schiacciato sotto il peso delle interpretazioni di Uma Thurman, Kristin Scott Thomas e Christina Ricci (quest’ultima, forse, la meno efficace fra le tre), donne con le quali il gigolo tesse le sue trame di autodeterminazione e dalle quali riuscirà ad ottenere ogni beneficio.
Serena Guidoni