Blood – Recensione
Riflettere su cosa è giusto e su cosa è sbagliato può anche portare a generare un mostro dentro di te che non conoscevi, un passeggero oscuro che guida azioni dettate da una fantomatica ragione.
Blood è questo, la storia di due fratelli poliziotti, Joe (Paul Bettany) e Chrissie (Stephen Graham) che si macchiano di omicidio, convinti che proprio quell’uomo che la giustizia si è lasciata sfuggire sia colui che ha ucciso la piccola Angela. Si sbaglieranno.
Il film che potrebbe passare come un crime o un thriller, non lo è: le carte in tavola si svelano subito, portando a galla una natura più interessante nell’indagine sul senso di colpa, più che sull’assassinio in sé, che logora i due protagonisti. Come i due fratelli McManus di “The Boondock Saints”, Joe e Chrissie sono convinti, guidati dall’alcol, di poter esser loro la legge, senza processi.
Così lo spirito apollineo si fonde con il dionisiaco squarciando il velo di Maya e proponendo, a Joe in primis, una visione della realtà non mediata, dove l’impulso alla vita è talmente forte da non frenarlo a sporcarsi le mani di sangue, nel nome di un qualcosa di più alto, come il proprio senso di giustizia.
Ed è così che Blood rivela la sua vera natura di noir movie, connotandosi di riferimenti religiosi utili al fine di comprendere il percorso che Joe e Chrissie si trovano ad affrontare per espiare le loro colpe, non davanti al commissariato, ma verso loro stessi e i loro cari.
Un tunnel di perdizione che crea incubi, visioni, in cui buoni e cattivi smarriscono i loro contorni per fondersi in una cornice grigia e ventosa di una periferia inglese. Nessun personaggio si salva, tutto si colora prima delle tinte rosse della furia e del sangue, poi con il nero dell’oblio. Sono i demoni della coscienza i veri protagonisti di questa pellicola, lo smarrire se stessi e ritrovarsi cambiati, irriconoscibili, guidati solo dall’istinto.
Uno dei punti di forza della pellicola di Nick Murphy, è la presentazione della storia che di per sé non ha molto di originale, ma che riesce pian piano ad insinuarsi nello spettatore, creando delle sensazioni di freddo, ma non di freddezza verso quello che si sta vedendo. Questo avviene grazie a delle inquadrature mirate, alla desaturazione dei colori e ad un montaggio che alterna momenti di calma a momenti schizofrenici.
Blood è una film meritevole di visione, che si distacca dal solito cinema di sala e di genere, con una grandissima prova del cast in particolare di Paul Bettany, attore sempre più sottovalutato, e Stephen Graham.
Sara Prian