Bridget Jones’s Baby – Recensione
12 anni fa aveva iniziato a scrivere il suo diario, adesso la ritroviamo a 43 anni suonati, ancora single e senza un uomo, ma con una bella carriera e una bella casa. Stiamo parlando ovviamente della zitella più famosa del grande schermo, Bridget Jones, che ritorna al cinema alle prese con nuove disavventure tutte da ridere, con l’immancabile Mr. Darcy e la new entry, il dottor Stranamore, Patrick Dempsey, il terzo nuovo incomodo.
Bridget (Renée Zellweger) decide di concentrarsi sul suo lavoro di collaboratrice in un notiziario di punta e di circondarsi di vecchi e nuovi amici. La sua vita sentimentale ha però una svolta quando incontra proprio l’affascinante americano di nome Jack (Patrick Dempsey), tutto quello che Mr. Darcy (Colin Firth) non è. Colpo di scena però, Bridget si ritrova in dolce attesa, ma con un inconveniente…non è sicura chi sia il padre.
Equivoci, sentimenti sopiti che prendono il sopravvento, nuovi incontri e sempre la giusta dose di sfortuna, si tratta di lei, Bridget Jones e della sua strampalata esistenza. Eccezion fatta per alcune scene marcate di ridicolo, ogni donna ha qualche caratteristica che la ricorda ed è per questo, che fin dal suo primo capitolo, risulta tanto amata.
Una persona normale, con pregi e difetti, che ama divertirsi, ironica ed autoironica, questa è Bridget Jones, che nel terzo capitolo è sempre costretta a fare i conti con la sfortuna, ma questa volta anche ad affrontare l’arrivo di una nuova vita. Un po’ più matura rispetto al passato, capitomboli a parte, si troverà costretta a crescere, rimanendo però in un eterno bilico fra Mr. Darcy e il nuovo arrivato.
Il tipico inglese giacca e cravatta, l’amore con la a maiuscola, è sempre Darcy e Bridget come l’Elizabeth di Orgoglio e Pregiudizio ne è ancora innamorata, proprio per il suo essere gentleman taciturno. Il poco sorridente e simpatico amato, troverà però ben presto un rivale, l’americano vestito di jeans e in sella ad una motocicletta, Jack, intraprendente e spigliato, che per un caso fortuito, porterà zizzania nelle loro vite.
Il divertimento sta tutto qui: Bridget alle prese con due uomini completamente diversi e con un piccolo in arrivo, costretta a fare a pugni con la vita che avrebbe voluto fare e quella che invece fa, ma che si ribella, spinta all’autodistruzione fin dall’inizio. Volere è potere e alla fine sarà il cuore ad avere la meglio, come richiedono tutte le storie d’amore romantiche e divertenti del cinema.
Il terzo capitolo si conclude così in armonia, con quel pizzico di cinismo ed irriverenza che non guastano mai, regalando una commedia all’inglese che manca da un po’ sul grande schermo. Oltre alla Zellweger, fenomenali anche l’ostetrica Emma Thmpson e la anchorman Sarah Solemani, amica di Bridget, per un film che finisce per essere spumeggiante, divertente e romantico, senza mai essere sdolcinato.
Alice Bianco