Burying The Ex – Recensione
Dopo aver diretto alcuni episodi di Hawaii Five-0 torna al cinema Joe Dante, eroe della nostra infanzia, dopo averci deliziato con il buon The Hole 3D, presentato sempre a Venezia nel 2009 (anno in cui era anche in giuria). Con Burying The Ex, il cineasta dei Gremlins, ci porta un nuovo teen horror divertente e convincente, dove si nasconde un sottile ed intelligente sotto testo.
Max (Anton Yelchin) decide di andare a vivere con la sua ragazza Evelyn (Ashley Greene) che però si rivelerà ben presto un incubo: maniaca del controllo e manipolativa. Max vuole, quindi, chiudere la relazione ma ha paura di farlo, fino a quando la giovane muore e il ragazzo può ricominciare la sua vita. Dopo un paio di anni, infatti, pare aver trovato la sua anima gemella in Olivia (Alexandra Daddario), ma Evelyn è risorta, determinata a riprendersi il suo fidanzato che potrebbe trasformarsi in uno zombie.
Divertissement geniale e cinefilo questo Burying the Ex, che ha esaltato la platea, in particolare di giovani, al Festival di Venezia.
Joe Dante sforna un film costruito con attenzione, dove i riferimenti ai film horror e ai cineasti di genere sonk infiniti ed un trio di giovani volti come Yelchin-Greene-Daddario che aderiscono perfettamente ai loro ruoli con il giusto spirito ironico.
La forza del film, infatti, sta nel non prendersi mai davvero sul serio ed inserire parti splatter e divertenti che tengono sempre altissima l’attenzione dello spettatore. Non c’è un momento di noia, perché abbonda d’ilarita’, parlando a tutti, ma in particolar modo ai cinefili che potranno apprezzare ancora di più le finezze e le citazioni di cui Dante cosparge il film.
Ma se pensate che Burying the Ex sia un film semplice vi sbagliate perché, come detto prima, Dante e lo sceneggiatore Alan Trezza, finemente trasformano l’intera pellicola in una metafora del rapporto tra due persone. Quando per una delle due l’amore finisce, l’altro si deteriora davanti ai nostri occhi, diventando, quindi, jn questo specifico caso uni zombie che perde sempre più brandelli di pelle.
Il regista dei Gremlins non ha ancora perso la sua verve e costruisce alcune sequenze magistrali, con grandi parallelismi, paragonando, ad esempio, la petit mort orgasmica tra Max e Olive, mentre la grand mort avviene in un’altra location grazie ad Ev.
Dante è un tecnico, ma allo stesso tempo fans di un certo tipo di cinema che, come farebbe il miglior Tarantino, omaggia con divertito affetto.
Max è un cinefilo e in qualche modo possiamo vederlo come un doppio alter-ego del regista e del pubblico amante del genere.
Burying the Ex fonde in maniera intelligente la commedia romantica, con tanto di triangolo amoroso, con l’horror degli zombie. Come infatti detto dallo stesso Dante, siamo davanti ad una zom-com che prende il meglio dei due generi, scherzando coi cliché e, perché no, sottointendendo che ognuno di noi ha un mostro dentro di sé con il quale bisogna imparare ad avere a che fare convivendoci oppure eliminandolo definitivamente.
Sara Prian