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Cha Cha Cha – Recensione

“Cha cha cha” è il suono prodotto dalle scarpe durante la danza, lo stesso che Corso osserva nel sul amico investigatore. “Cha cha cha” è anche uno dei balli più semplici d’apprendere, così com’è semplice la storia del nuovo film di Marco Risi, dove questa caratteristica diventa un punto di forza in un cinema in cui troppe volte si cerca di strafare.

L’ispettore privato Corso (Luca Argentero) assiste all’incidente che causa la morte del figlio di una sua ex fiamma, nonché attuale amica, Michelle (Eva Herzigova). Solo per l’uomo il fatto non è stato accidentale e collegando questa morte a quella di un ingegnere che avrebbe dovuto dare il via all’appalto per un centro commerciale, Corso riuscirà a portare a galla la realtà dei fatti.

“Cha cha cha” ha prima di tutto il pregio di riuscire, grazie anche alla bellissima fotografia dai toni ocra del compianto Marco Onorato, di staccarsi dell’alone da fiction che molte volte pervade il cinema italiano.

Questo è un noir ben fatto che costituisce un’immaginaria continuazione delle altre opere di Risi in cui vediamo un protagonista fortemente idealista, sconfitto, outsider, ma che riesce a riemergere. Fa della solitudine una delle sue caratteristiche e il pubblico rivede in questi protagonisti il classico eroe senza super poteri, quello delle metropoli, tanto quanto quello dei piccoli centri. In una settimana in cui “Cha cha cha” deve scontrarsi con uno dei “Superhero” per eccellenza come L’uomo d’acciaio, il Corso di Luca Argentero è la perfetta risposta italiana al patriottismo degli Stati Uniti. Niente tutine sfavillanti, ma cappotti neri, come quello di un uomo che vuole essere eroe nel buio, facendo del bene, ma senza strafare.

Quello che poi sembra un classico poliziesco con tinte anni ’70, rivela in sé la voglia di analizzare la nostra società attraverso lo sguardo proprio dell’investigatore privato. Se da una parte c’è una cinica mancanza di fiducia verso il prossimo a causa del dio denaro e della conseguente corruzione, dall’altra c’è un Italia che brilla di paillettes nelle sale da ballo dove ci si diverte e, per la prima volta, si vede Corso sorridere sinceramente.

Anche se la pellicola pecca di prevedibilità, il tutto scorre piacevolmente grazie anche alle interpretazioni: da un sempre più affermato Luca Argentero, alla sorprendente Eva Herzigova che riesce ad essere straziante nella scena del riconoscimento del figlio.

Un riconoscimento speciale, infine,  va anche ad Ugo, il cane senza una zampa di Corso (stessa razza e hadicap di quello visto nel film d’animazione “Epic”) che, dopo aver visto il proprio padrone esser pestato a sangue, fa un’espressione davvero preoccupata.

Sara Prian

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