Confessions – Recensione
Approda nelle sale italiane, con tre anni di ritardo, uno dei film giapponesi più psicologicamente strazianti degli ultimi anni. Vincitore del Black Dragon Audience Award 2011 al Far East Film Festival di Udine, Confessions è un thriller tratto dal libro di Kanae Minato, portato sullo schermo da un artista pop e visionario come il regista Tetsuya Nakashima (“Kamikaze Girls” e “Memories of Matzuko”).
La storia ha come protagonista l’insegnante di scuola superiore Yuko Moriguchi (Takako Matsu). La figlia è stata uccisa da due coetanei, studenti della classe in cui la donna insegna e, dopo essere stata archiviata la morte, non fidandosi delle normali indagini della polizia, la docente deciderà di farsi giustizia da sé.
Assistiamo per circa due ore all’ultima lezione della professoressa, quella che ne decreterà la fine dell’anno. Com’è solito per un’insegnante, attraverso un esempio eclatante, spiegherà ai ragazzi di fronte a lei, come sia morta sua figlia, dei sospetti su chi la possa aver uccisa e pian piano, come essa stessa voglia vendicarsi.
Abituato a confezionare brillanti commedie, pop e musicali, con questa pellicola, Nakashima è sceso nella spirale più tetra, drammatica e desolante, creando un dramma psicologico degno dei grandi registi hollywodiani.
La sete di vendetta che a piccole dosi viene servita su un vassoio d’argento, come una lama, trafigge il cuore e l’animo del pubblico, che prova una sensazione di disturbo ed in prima persona, attraverso le dure parole della donna, cupa e meccanica, si trova coinvolto in una dolorosa storia di sofferenza e le conseguenti azioni che portano la protagonista a sacrificare la propria carriera e vita per rendere giustizia alla propria figlia.
Del film colpisce soprattutto il modo di raccontare della professoressa, che sembra non riuscire a discernere il suo ruolo di insegnante da quello di madre detective. Si rivolge ai suoi allievi e di conseguenza a chi sta dall’altra parte dello schermo, stupendo ed impressionando per la sua glacialità, evidenziata da un tono di voce pacato, sicuro, che non fa trasparire la sofferenza interiore che l’ha consumata e portata a compiere dei terribili gesti.
Parallelamente al suo stato d’animo, vi è quello dei due ragazzi presi di mira dalla donna, i sospettati. Il suo intento di rovinargli la vita e quindi vendicarsi, ha su di loro un effetto devastante: Naoki (Kaoru Fujiwara) per paura del giudizio e di contagiare con l’HIV i compagni (infettato da un terribile gesto della professoressa) si rinchiuderà in se stesso diventando un hikikimori (chi si ritira dalla vita sociale), Mizuki (Ai Hashimoto) invece, verrà preso in giro dai compagni bulli.
Confessions ha come punto focale proprio l’intrecciarsi della storia raccontata dalla protagonista con quella degli studenti accusati, contribuendo ad aumentare la tensione e provocare disturbo nello spettatore.
Costruito come una sorta di spettacolo teatrale, una vera e propria tragedia, il film in sé, racchiude un’importante messaggio, scagliandosi contro le istituzioni poco impegnate, contro la scuola giapponese e la continua competizione fra studenti, mai uniti, pronti ad accusarsi l’un l’altro.
Il film risulta quindi, un viaggio nella mente e nell’animo di una donna, una tipica dark lady orientale, che mantenendo il suo aplomb, fende l’aria con crudeltà e coraggio, mostrandosi una perfetta Lady Vendetta.
Alice Bianco