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Cymbeline – Recensione

Quattordici anni dopo Hamlet 2000, Hawke e Almereyda tornano a lavorare assieme con l’adattamento di un’altra opera di William Shakespeare. Come per Romeo+Juliet di Baz Luhrmann, anche il film di Almereyda attualizza l’opera del 1600, ambientandola nel mondo delle gang e della droga, qui con l’aggiunta dei poliziotti corrotti, per un adattamento che non riesce a mettere d’accordo tutti, ma che dimostra come l’opera shakespeariana possa essere attualizzata.

Imogene (Dakota Johnson), la giovane figlia del leader di una banda di motociclisti decide di disobbedire al padre Cimbelino (Ed Harris) e sposare l’uomo che ama, Postumo (Penn Badgley). Il padre non si dà per vinto e costringe la figlia a divorziare: l’uomo amato dalla ragazza partirà per l’esilio mentre lei rimarrà reclusa nelle sue stanze finché non si deciderà a sposare il prescelto del padre, Cloteo (Anton Yelchin).

Questo è però solamente l’inizio di una delle opere meno conosciute del celebre scrittore inglese, per una farsa a lieto fine (perché di tragedia non si tratta), che al suo interno presenta una struttura atipica, ma senza dubbio intricata, con soliloqui, mistero, suspense ed azione.

Il meccanismo dell’opera prevede che la vicenda prenda il via con l’entrata in scena del personaggio interpretato da Ethan Hawke, Iachimo, che scomettendo con Postumo nel riuscire a sedurre Imogene, scatena le gelosie di entrambi gli innamorati, portando l’opera al primo stadio, quello della tragedia.

Il registro cambia e diventa azione, quasi quanto un film appartenente al genere, quando le forze guidate da Cimbelino si scontrano con quelle della polizia della città di Rome (guardie romane guidate dal Caio Lucio nella versione originale). Tra colpi di mitraglia, torture, colpi di scena e rivelazioni, si raggiunge il climax proprio nella scena finale, che vede tutti i personaggi riuniti.

Nonostante gli adattamenti moderni siano sempre un terno al lotto, difficili da gestire, dirigere e mantenere il più fedele possibile all’opera, Almereyda riesce con escamotage attuali (selfie, foto con Ipad etc. ) a riproporre una propria visione che non storpia troppo, anzi. La scelta poi di far recitare gli attori seguendo il testo originale inglese, sembra quasi essere un omaggio al grande autore, una decisione che il pubblico può condividere o meno, ma che è un elemento in più che dimostra la fedeltà al testo.
Nonostante questo particolare però,  il principale difetto della pellicola  è rappresentato dai due giovani attori, la Johnson e Badgley, innaturali e sforzati nelle loro interpretazioni, quasi perfetti gli altri attori.

Nonostante proprio le interpretazioni degli attori a tratti comiche, contrariamente al tono dell’opera originale, il film, primo adattamento di quest’opera, può essere considerato un buon risultato, originale, ben strutturato, che si mantiene in equilibrio tra modernità e passato, a chi piaccia o no.

Alice Bianco

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