Drift – Cavalca l’Onda – Recensione (2)
Sempre bistrattato dal cinema, il surf entra a far parte di questa stagione estiva attraverso il cinema ed una pellicola fresca come “Drift – Cavalca l’onda”, un film di chiaro impatto visivo, che elogia l’Australia e fa apparire questo sport come un vero e proprio stile di vita.
Storia vera quella dei fratelli australiani Kelly, Andy (Myles Pollard) e Jimmy (Xavier Samuel) che assieme alla loro madre, Kat (Robyn Malcom) scappano da un padre padrone e si stabiliscono sulla costa, a Seacliffe. Da sempre molto vicini fra loro ed appassionati di surf, da adulti, negli anni ’70, su iniziativa del maggiore, Andy, apriranno un’attività di costruzione e vendita di tavole, mute ed oggetti per il surf. Ad unirsi a loro, il fotografo JB (Sam Worthington) e l’amica Lani (Lesley-Ann Brandt).
Sogni, illusioni, allucinazioni, divertimento e dramma, questi gli elementi che caratterizzano il bromance portato sugli schermi dalla coppia di registi Morgan O’Neill e l’esordiente Ben Nott, su soggetto e sceneggiatura dello stesso protagonista Myles Pollard.
Il surf fa da collante alla classica storia di due fratelli uniti da una passione comune, ma con caratteri e gusti diversi fra loro. Andy, il maggiore è più ragionevole, pensa in grande e al futuro, porta a casa la pagnotta lavorando sodo e facendo quasi da padre al fratello minore, Jimmy invece, campione professionista di surf ha ancora l’animo di un ragazzino e, complice la stagione hippie, droga, feste sulla spiaggia e la voglia di surfare, sono l’unica cosa che conta per lui.
Drift, è l’azienda che pian piano costruiscono, un’impresa di famiglia che è il fulcro sul quale si fonda la pellicola. L’ambiente familiare infatti, si mescola a quello naturale e sin dalle prime scene, che dettano la circolarità del film, l’acqua dell’oceano diventa la casa e l’habitat naturale che lega i due fratelli, ma non solo, lo sport e la passione comune, li avvicina anche al fotografo JB e alla giovane Lani, stabilendo così una fitta rete di relazioni.
Drift – Cavalca l’onda sembra prendere sul serio l’idea del galopparle ed insinuarsi sotto di esse, lo stile narrativo e il montaggio infatti, filano lisci, equilibrando divertimento, adrenalina e buoni sentimenti, in una pellicola che, adatta all’estate, è in grado di rilassare ed entusiasmare visivamente lo spettatore, coinvolgendo gli amanti del surf e non.
Alice Bianco