Drive – Recensione
Il regista danese Nicolas Winding Refn, sin dal suo esordio nel lontano 1996 con il film Pusher, si è affermato come figura importante nel circuito internazionale cinematografico. La sua nuova opera, Drive, non fa altro che rafforzare l’idea che Refn sia uno dei più brillanti registi in circolazione. Scritto dallo sceneggiatore Hossein Amini e ispirato ad un racconto di James Sallis, il film verte sulla storia di “Driver” (Ryan Gosling), un talentuoso pilota senza nome e di poche parole che di giorno si divide tra il mestiere di meccanico e quello di stunt per il cinema, e la notte ogni tanto si arrabatta a fare da guidatore per alcuni piccoli criminali. La sua esistenza è solitaria ed è evidente che la sua unica vera compagnia – oltre al padre putativo Shannon, padrone del garage presso cui lavora e improvvisato agente per le sue performance – è la sua automobile che lo accompagna per le labirintiche strade di Los Angeles. Ma quando si trasferisce presso un nuovo condominio e conosce la sua nuova vicina Irene (Carey Mulligan), una bella cameriera con un bambino piccolo ed un marito (Oscar Isaac) in carcere, qualcosa in lui scatta e questo sentimento lo porterà a prendere decisioni che cambieranno per sempre la sua vita.
Ancora una volta Refn è abile a mescolare azione, dramma e violenza e lo fa in un progressivo crescendo di violenza. Nella prima parte del film si ha infatti quasi l’illusione dell’amore puro senza alcuna complicazione, mentre nella seconda parte si verifica un’inaspettata esplosione di violenza. Tuttavia anche nelle scene più cruente la violenza dura solo pochi istanti, il regista non ne abusa, la gestisce invece con tatto, quasi poeticamente ed abbiamo l’impressione che vada in qualche modo ad autenticare e a rafforzare quell’amore idilliaco della prima parte del film. Va poi sottolineata l’estrema precisione formale e stilistica della regia di Refn che conferisce a Drive uno stile visivo unico. Le ipnotiche carrellate, le suggestive angolazioni della macchina da presa ed un’illuminazione che pare artificiale donano uno straordinario effetto di iperrealismo. Per non parlare poi dell’attenta sincronizzazione fra suono ed immagini in un ipnotico montaggio ritmico, più evidente nelle sequenze degli inseguimenti in macchina, che rende ancora più affascinanti le strade e le atmosfere di Los Angeles. Mirabile anche l’interpretazione degli attori, in particolare quella di Ryan Gosling che dona al suo silenzioso personaggio fascino e grande espressività. Gli elementi ci sono dunque tutti per far sì che Drive risulti un film perfetto in ogni suo aspetto, misurato, asciutto e privo di inutili fronzoli.
Sara D’Agostino