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Edge of Tomorrow – Senza domani – Recensione

Da una “missione impossibile” e “una guerra dei due mondi” a un videogioco cinematografico. Tom Cruise è protagonista di Edge of Tomorrow – Senza domani, un apocalittico thriller fantascientifico che calza a pennello all’attore, cinquantaduenne, ancora una volta nei panni di un eroe sempre nel pieno delle sue energie.

Diretto da Doug Liman (The Bourne Identity), l’azione epica del film, ambientato in un futuro prossimo nel quale l’umanità è impegnata a combattere una guerra mondiale contro gli alieni che hanno invaso la Terra, deriva da All you need is kill, romanzo breve, illustrato, realizzato dall’autore giapponese Hiroshi Sakurazaka.

Tom Cruise è il tenente William Cage, un funzionario militare americano senza alcuna esperienza di guerra schierato in prima linea contro la sua volontà. Dopo pochi minuti al fronte, Cage muore in combattimento e si ritrova inspiegabilmente bloccato in un ciclo temporale che lo costringe a vivere lo stesso giorno più e più volte, e a morire continuamente. Dopo essersi reso conto di ciò che gli capita, Cage si impegna a migliorare se stesso e a capire come poter vincere la guerra facendosi aiutare dalla soldatessa Rita Vrataski (Emily Blunt), che in passato ha vissuto la sue stesse esperienze “temporali”.

L’umorismo non manca al personaggio di Cage che da pavido soldato impaurito si trasforma in coraggioso eroe. Secondo il motto “Vivi. Muori. Ripeti” (“Live. Die. Repeat”), il film assume subito le sembianze di un videogame il cui personaggio ripete sempre lo stesso livello, si migliora, individua gli ostacoli, li affronta, li supera e si porta avanti per proseguire e arrivare, livello dopo livello, “game over” dopo “game over”, alla fine del gioco.

Lo spettatore gioca divertito con il protagonista che, quando le cose vanno male, preferisce uccidersi per ripetere “il livello” daccapo e affrontarlo meglio.

Dopo la ripetizione della stessa giornata, Cage prosegue la sua avventura arrivando ad un punto nuovo anche per lui. Qui, verso la fine, le scene del film si ampliano su nuovi orizzonti, in particolare sulla città di Parigi; terminano le ripetizioni; la pellicola abbandona le sue sembianze da videogioco e torna ad essere film a tutti gli effetti, in cui tutto è nuovo sia per lo spettatore, che per il protagonista.

Non è la prima volta che Cruise si trova a fronteggiare la razza aliena o ad essere leader di missioni impossibili. In una sceneggiatura che sembra scritta su misura per lui, ottima la sua performance, accanto alla bella e atletica Emily Blunt.   

Un film in 3D avvincente nel suo stile e ben realizzato grazie al lavoro di un team tutto al maschile composto da Dion Beebe (direttore della fotografia), Oliver Scholl (scenografo), James Herbert (montatore) e Nick Davis (supervisore degli effetti speciali) .

Elisa Cuozzo

 
 

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