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Esp 2 – Fenomeni paranormali – Recensione

Un film nel film, questo è Esp 2 – Fenomeni paranormali, nulla di nuovo dal precedente se non una rivisitazione dei luoghi, set del primo capitolo, direttamente dalla telecamera a mano di uno studente curioso.

La trama racconta proprio di questo allievo di cinema, Alex Wright (Richard Harmon) ossessionato dal film Grave Encounters (Esp – Fenomeni paranormali) che decide di organizzare con i suoi amici una visita all’ospedale psichiatrico dov’era ambientato il film originale.

È sempre la ditta “The Vicious Brothers” al timone del film fenomeno del 2010, ed ora produttrice e sceneggiatrice, che all’inizio della pellicola, sembra auto-lodarsi per il grande successo del capitolo precedente, un caso cosiddetto “viral”, che ha reso famoso il film, considerato da tutti veramente inquietante.

La regia movimentata del nuovo acquisito John Poliquin, proprio grazie all’uso della telecamera a mano, resa famosa da film come The Blair witch project – Il mistero della strega di Blair (1999) e già vista in Esp – Fenomeni paranormali, acquista qui ancor più importanza e spessore, grazie anche all’uso di buoni effetti speciali, che riescono a tenere lo spettatore incollato allo schermo.

Non mancano infatti i cosiddetti “colpi”, è facile spaventarsi, proprio grazie al genere al quale il film appartiene: il mockumentary, il falso documentario, non tutto però è finto, un fondo di verità c’è sempre ed è quello che tiene sul chi va là, il pubblico.

Girato in soggettiva (in misura minore rispetto al capitolo precedente), rende comunque, lo spettatore, parte del gruppo stesso, un voyeur a contatto con una realtà anormale che guarda alla finzione, un ossimoro già sperimentato nel film originale e qui, grazie all’impianto della sceneggiatura a matrioska, accentuato ancor di più.

Esp 2 – Fenomeni paranormali è anche omaggio al cinema horror degli ultimi anni, come per esempio la citazione dello stesso protagonista alla serie “Saw”, o gli omaggi al genere horror anni ‘80.

Pellicola che riprende molto dalla precedente, ma che aggiunge ad essa originalità e qualcosa in più, a cominciare dal viaggio spalla a spalla con il protagonista, che con la sua ossessione verso il cinema e il voler stupire ed impressionare, è il vero elemento disturbante e spaventoso della pellicola.

Alice Bianco

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