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Ex: Amici come Prima! – Recensione
Dopo i clamorosi insuccessi della sophisticated comedy Ti presento un amico e del thriller vintage Sotto il vestito niente-L’ultima sfilata, Carlo Vanzina – affiancato dall’inseparabile fratello e co-sceneggiatore Enrico – abbandona l’idea di cavalcare nuovi generi per tornare a quello che rappresenta buona parte della sua filmografia: la commedia.
E, cosa piuttosto anomala, per la prima volta nella sua carriera lo fa attraverso il sequel di un film non suo, ovvero l’Ex di Fausto Brizzi campione d’incassi nel 2009; anche se, a detta di Vanzina stesso, Ex:amici come prima! non è la continuazione del predecessore, in quanto le storie in esso raccontate non legano con quelle brizziane.
Qui abbiamo il neoparlamentare Antonio (Vincenzo Salemme), ex farmacista marito di Nunzia (Tosca D’Aquino), il quale, durante un viaggio di lavoro, incontra per caso la straniera Olga (Natasha Stefanenko); poi c’é Marco (Enrico Brignano), sposato da poco con la collega di lavoro Floriana (Teresa Mannino), ma che rischia di mandare all’aria il matrimonio a causa dell’inaspettato incontro con l’ex fiamma Consuelo (Liz Solari); infine, da un lato troviamo l’avvocato divorzista Sandra (Anna Foglietta) che, inavvertitamente, fa conoscenza con Max (Alessandro Gassman), dall’altro Fabio (Ricky Memphis), che, collega dello scapolo incallito Paolo (Paolo Ruffini), viene lasciato dalla sua ragazza e perde la testa per la neo-single Valentina (Gabriella Pession), casualmente conosciuta nello studio dello psichiatra che lo tiene in cura.
Quindi, una notevole galleria di volti al servizio di vicende amorose sull’assurdità che la forza che il destino porta con se’, ma che lasciano non poco spazio anche al divertimento (Ruffini, tra l’altro, si ritaglia la scena cult del preservativo, derivata, comunque, da uno spot pubblicitario spagnolo).
Divertimento che i figli di Steno, grazie alla ben gestita simpatia di personaggi e situazioni, dimostrano di saper sfruttare a dovere per regalare sano intrattenimento allo spettatore; concedendosi anche, attraverso l’episodio con Salemme, un attacco alla scandalosa situazione politica tricolore d’inizio terzo millennio, fornendo un pizzico d’indispensabile satira.
Perché, come si sa, anche di questo è fatto il cinema dei fratelli Vanzina, i quali, sfornando un prodotto che ha ben poco da invidiare al bel film di Brizzi, tornano finalmente a lasciare un segno tangibile all’interno della loro filmografia.
Mirko Lomuscio