Fiabeschi torna a casa – Recensione
Dopo la pellicola “Paz!” (2002), torna sugli schermi italiani il personaggio meno conosciuto del mondo fumettistico di Andrea Pazienza, Enrico Fiabeschi. Max Mazzotta interprete, regista e sceneggiatore del film, racconta questa sorta di spin-off puntando tutto sul rapporto macchina da presa-pubblico.
Anni ’70. Enrico Fiabeschi (Max Mazzotta), è un ex studente universitario, originario della Calabria e trasferitosi a Bologna per studiare. Disoccupato e lasciato dalla fidanzata decide di ritornare a casa nel paesino di Cuculicchio, dove il padre Giuseppe (Ninetto Davoli) fa il bidello e la madre Maria(Rita Montes) la casalinga. Cercherà di guadagnarsi da vivere barcamenandosi nei lavori più disparati, ma l’incontro più bello sarà quello con Sara (Deniz Ozdogan), una barista muta che lo conquisterà e sua volta lui cercherà di corteggiare.
Fiabeschi è un outsider, un disadattato ma anche un eroe, uno di quelli realisti, che nella Bologna anni ’70 si fa portavoce dei giovani dell’epoca. Il sogno e le migrazioni di ragazzi e non, che vedevano il Nord Italia come il luogo adatto per avere un buon lavoro e costruirsi un futuro, sono annientante dal nichilismo del protagonista.
Il Sud e più precisamente il paesino di Cucculicchio, rappresentano una sorta di rinascita, un vero e proprio ritorno alle origini ed è così che il film diventa pellicola metaforica, con un protagonista alla ricerca del proprio Io, che capisce cos’è veramente importante nella sua vita.
Film d’attualità, “Fiabeschi – Torna a casa” si rivolge infatti alla generazione anni ’70, quella del fumetto originale, ma anche ai giovani d’oggi, con poche prospettive e futuro incerto, mostrando amaramente come spesso una laurea non sia la carta sicura per accedere al mondo del lavoro.
Nonostante l’idea e la riflessione che potrebbe scatenare, il film però non riesce ad andare in profondità, mostra il Fiabeschi raccontato da Pazienza, senza toglierlo dalla profondità di campo, posizionandolo sempre in secondo piano, esattamente come il ruolo datogli dal celebre fumettista.
Lo sforzo c’è, soprattutto la volontà registica, attraverso gli sguardi in macchina e i primi piani, di rendere importante la sua figura, ma spesso a risaltare di più sono i personaggi presenti nel suo microcosmo, come Carmelo (Paolo Calabresi) e la zia Maria, interpretata da Lunetta Savino.
Sviluppato in malo modo, con un’attenzione maggiore alla sceneggiatura e all’equilibrare i personaggi, “Fiabeschi – Torna a casa” sarebbe stato un film maggiormente riuscito.
Alice Bianco