Gigolò per caso – Recensione
Ci voleva John Turturro per far tornare a recitare Woody Allen in un film che non fosse diretto da lui. Così ‘Gigolò per caso’ presenta l’inedita e particolare coppia in una commedia come quelle di un tempo, molto alleniana e poco ‘turturriana’ nello stile, dove però il regista italo americano decide ancora una volta di costruire una lettera d’amore, particolare, verso le donne.
Fioravante (John Turturro) e Murray (Woody Allen) sono due amici che si trovano in crisi finanziara. Per sbarcare il lunario decidono di trasformarsi uno in un gigolò e l’altro nel suo manager con il nome d’arte di Virgilio e Dan Bongo. Fioravante si troverà ad avere a che fare con un bollente ménage a trois, ma anche con una fragile vedova verso la quale inizierà a provare dei sentimenti, mettendo in crisi il suo business di gigolò.
L’appeal di questo ‘Gigolò per caso’, inutile dirlo, sta nella presenza di Woody Allen. Quando appare, il film si trasforma in una delle sue commedie più irriverenti, con monologhi recitati a macchinetta, il più delle volte riguardanti il sesso o la salute.
Anche nella regia Turturro sembra essere a tratti influenzato dal grande maestro, sopratutto nella scelta delle musiche e nella decisione di ambientare la maggior parte del film negli interni di questi appartamenti minimal e poco appariscenti.
La pellicola si pone l’obiettivo di mettere al centro dell’attenzione il ruolo della donna, da prima a mero oggetto sessuale, per poi raggiungere il livello che le spetta, cioè quello dell’amore e della tenerezza.
Oltre a questo e a qualche battuta riuscita che esce sempre dalla bocca dell’instancabile Allen, la pellicola non ha molto da offrire, risultando piuttosto superficiale, in particolar modo nella caratterizzazione dei personaggi dei quali sappiamo giusto il necessario per sviluppare le tematiche di contrasto.
Come detto ci sono le femmes fatales Sharon Stone e Sofia Vergara, sempre vestite di nero o di rosso, che rappresentano la passione, la trasgressione. Ad esse si contrappone il bianco della purezza di Vanessa Paradis a cui Turturro dedica un’attenzione particolare proprio perché vuole far capire che per lui la donna deve appartenere a questa categoria. Essa è una Beatrice eterea, paradisiaca (chissà se la scelta dell’attrice è dovuta proprio al cognome) che incontra la sua guida Virgilio, per ritrovarsi e imparare di nuovo la gentilezza e l’amore, elementi imprescindibili nella vita del gentil sesso.
Con qualche raccordo indovinato, l’amplesso raffigurato dal getto di un innaffiatore, Gigolò per caso è un film d’intrattenimento che però si dimentica facilmente dopo la visione. Una possibilità. però, gliela si può dare.
Sara Prian