Hanna – Recensione
Dopo Espiazione, Saoirse Ronan e Joe Wright tornano a lavorare insieme nel film Hannah, thriller d’azione girato tra Europa e Marocco. Wright esplora l’adolescenza di una ragazza dalle doti straordinarie che deve combattere per la sua vita: una storia travolgente dall’atmosfera spesso cupa e surreale, quasi fosse prodotta dal subconscio. Hanna (Saoirse Ronan) ha 16 anni. È brillante, curiosa e una figlia devota. Ha inoltre la forza, la resistenza e l’astuzia di un soldato: queste caratteristiche sono il frutto dell’essere stata cresciuta dal padre vedovo Erik (Eric Bana), un ex agente della CIA, nelle terre selvagge del nord della Finlandia. Erik ha insegnato a Hanna a cacciare, l’ha sottoposta ad estremi esercizi di auto-difesa, l’ha educata servendosi di un’enciclopedia e di un libro di favole. Hanna ha vissuto una vita diversa da qualsiasi altro adolescente; la sua educazione e il suo allenamento avevano un unico scopo, renderla la perfetta assassina. Ma fuori nel mondo c’è un lavoro sospeso per la famiglia di Hanna, ed è con una combinazione di orgoglio e apprensione che Erik realizza che sua figlia non può più essere frenata. Il regista stesso afferma che il proprio lavoro non è facilmente catalogabile, è estremamente difficile da descrivere come film ma soprattutto è il prodotto della commistione di generi anche assai diversi fra loro: “È una favola, un film d’azione, un dramma…”. È sicuramente interessante soffermarsi sull’introduzione dell’estetica della favola nella trama del film che ha, senza dubbio, trovato ispirazione nel background artistico di Wright nel teatro dei burattini. Come avviene nelle favole, i protagonisti devono confrontarsi con degli archetipi ed i personaggi del film a loro volta sono molto simili a dei prototipi .Eric Bana è un padre forte come il falegname ed il personaggio della Blanchett è molto simile a una strega malvagia. L’universo favolistico di Hans Christian Andersen e dei fratelli Grimm, così come l’oscurità che permea le loro fiabe, sembra prendere corpo nella pellicola, dapprima in maniera più velata poi via via più manifesta, fino a concretizzarsi completamente nella scena che si svolge al parco giochi: la casa di Grimm, ma soprattutto la perfida Marissa che minaccia Hanna con la pistola, uscendo dalle fauci del lupo cattivo. Contribuisce all’atmosfera straniante e surreale del film una colonna sonora di musica elettronica composta da gruppi come Chemical Brothers e Nine Inch Nails, in perfetto accordo con una regia spesso psichedelica e virtuosistica.
Sara D’Agostino