Hercules – Il Guerriero – Recensione
Ritorna sul grande schermo, dopo il disastroso film di Renny Harlin (Hercules – La leggenda ha inizio), il mitologico personaggio di Hercules, un muscoloso ed umano figlio degli dei, che il regista Brett Ratner, assieme agli sceneggiatori Ryan Condal e Evan Spiliotopoulos, hanno reso un agguerrito e possente semidio con un animo nobile, ma terreno. Il famoso eroe della mitologia torna a vivere e ad entusiasmare il pubblico, in una pellicola ben strutturata ed in crescendo, che intrattiene e, distaccandosi dal classico mito, sa riservare delle gradite sorprese.
Hercules (Dwayne Johnson), ha completato le famose dodici fatiche e decide di voltare le spalle agli dei. Assieme ai suoi amici mercenari, Autolycus (Rufus Sewell), Tideo (Aksel Hennie), Atalanta (Ingrid Bolsø Berdal), l’indovino Amfiarao (Ian McShane) e il nipote Iolao (Reece Ritchie) viene assunto dalla principessa Ergenia (Rebecca Ferguson), figlia di Cotys (John Hurt), re dei Traci per allenare i suoi uomini e trasformarli in un efficiente e brutale armata per sconfiggere il nemico Reso (Tobias Santelmann).
Ispirandosi alla graphic novel di Steve Moore e Admira Wijaya (Hercules: The Thracian Wars) Ratner ha concentrato la sua attenzione su un determinato periodo storico e biografico dell’eroe di tutti i tempi. Quella che viene narrata infatti, non è l’intera esistenza di Hercules, bensì la fase post dodici fatiche, quando le leggende del semidio eroe lo precedevano.
Uomo tutto d’un pezzo, massiccio, rozzo, un mercenario forzuto e muscoloso, l’Hercules di Dwayne Johnson si distingue però, proprio per questa suo essere umano. Durante la pellicola infatti, pian piano traspare e si fa vivo il suo vero Io, quello di un essere umano qualunque, che ha sofferto e che è affetto come gli altri dalla paura.
L’Hercules di Ratner è un mito che si spoglia e nudo e crudo dimostra la sua vera pelle, quella di un eroe che per essere tale non ha bisogno di dimostrazioni, che con il suo semplice ma dignitoso animo, la potenza corporea e la forza di una famiglia formata da amici fedeli alle spalle, ispira fiducia.
La vera forza della pellicola infatti, sta proprio in quel concetto espresso direttamente anche da Hercules al cospetto di re Cotys: egli non sarebbe la leggenda che tutti dicono, se non avesse i suoi compagni d’avventura. La coralità, mescolata all’autoironia di un cast di tutto rispetto, con i già famosi Sewell e McShane e i meno noti, ma ugualmente importanti e talentuosi Ingrid Bolsø Berdal, Aksel Hennie e Reece Ritchie.
Film storico ed in puro stile americano, Hercules riesce a convincere, oltre che per un cast ben amalgamato e la possanza e il carisma di Dwayne Johnson, anche per la sua originalità. In perfetto equilibrio fra epicità e autoironia, così come la leggenda e la realtà che attorniano la figura del protagonista, Hercules – Il guerriero è uno di quei peplum dotati di una sceneggiatura accattivante, che sa intrattenere e che sorprenderà piacevolmente lo spettatore.
Alice Bianco