I Cavalieri dello Zodiaco – La leggenda del grande tempio – Recensione
Era la metà degli anni’80 (ma anche per buona parte dei Novanta) quando I Cavalieri dello Zodiaco hanno invaso le nostre televisioni portando la mitologia e l’astrologia al centro di una storia che ha appassionato milioni di ragazzi e che, ancora oggi, ha il suo folto gruppo d’ammiratori. Creati da Masami Kurumada, tornano ora sul grande schermo in una versione completamente ridisegnata e con un look assolutamente nuovo tanto da renderli, quasi, irriconoscibili rispetto alla versione originale.
I Cavalieri dello Zodiaco – La Leggenda del Grande Tempio è l’intento di riportare i famosi Saint Seiya in CGI conquistandosi una nuova fetta di pubblico che non ha potuto ammirare le repliche dell’anime in tv. Il problema della pellicola, diretta da Sato Keiichi, però è che per avvicinare il pubblico di giovanissimi alla storia si deve comprimere una narrazione lunga molti episodi e molti manga, in poco meno di un’ora e mezza, finendo così per schiacciare il tutto, risultando molto superficiale in particolar modo nella costruzione dei personaggi.
La trama è quella che ben conosciamo, i 4 Cavalieri devono attraversare le 12 Case dello Zodiaco per proteggere e salvare Atena, ma quello che rimane della versione originale è solo questo, perché il resto lo troviamo parecchio cambiato. A partire, come detto, dai look, più moderni e accattivanti, anche se proprio il CGI finisce per dar loro meno spessore dal punto di vista dell’espressività. A cambiare sono anche i Saint d’oro: Milo è una donna e Cancro una figura più simile ad un giullare di corte che altro.
Si è deciso anche d’inserire una vena comica che non era sicuramente propria del cartone originale che cerca di strizzare l’occhio allo spettatore lì dove la superficialità regna sovrana. Infatti la scelta di comprimere una storia parecchio lunga in un unico lungometraggio per quanto coraggiosa, presenta i suoi limiti di una narrazione spiccia e poco ispirata, dove si susseguono i combattimenti e si cerca di far capire in maniera molto sbrigativa i rapporti tra i personaggi in campo.
Saito Keiichi e la sua squadra sanno benissimo che devono far affezionare il pubblico “vergine” ai loro protagonisti e quindi inseriscono gag, momenti descrittivi veloci per riuscire ad accapparrarsi l’amore per una storia per la quale a noi ci sono voluti ore e ore di anime.
Probabilmente se I Cavalieri dello Zodiaco – La Leggenda del Grande Tempio fosse stata una storia originale, come fu per Dragon Ball Z- La battaglia degli Dei, l’operazione sarebbe sicuramente più riuscita, mentre qui si rischia, alla grande, di far storcere il naso agli appassionati che troveranno un mondo simile, ma sicuramente cambiato.
Sara Prian