I magnifici sette – Recensione
Presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, il nuovo film del regista Antoine Fuqua, I magnifici 7, ha concluso con i fuochi d’artificio la kermesse veneziana, rispolverando il genere western e dando vita ad un prodotto tipico del cinema classico, con inquadrature e scene peculiari del genere, il tutto in un clima fatto di esplosioni, sguardi truci e personaggi ben caratterizzati.
Remake dell’omonimo film di John Sturges, a sua volta remake de I sette samurai di Akira Kurosawa, la pellicola vede protagonista la cittadina di Rose Creek sotto il tallonne del feroce Bartolomew Bogue (Peter Sarsgaard). Per cercare di liberare il paesetto, alcuni cittadini decidono di assoldare il cacciatore di teste Sam Chisolm (Denzel Washington) e liberarsi del tiranno. Sarà lui con l’aiuto di altri sei personaggi particolari a portare la libertà in città.
Vendetta, coraggio, scaltrezza ed una giusta dose di pazzia e spregiudicatezza, sono queste le caratteristiche che traspaiono dalla ”banda dei 7”, i magnifici protagonisti dell’ultima fatica di Fuqua, un regista che ancora una volta dopo The Equalizer – Il vendicatore (2014) mette al centro della vicenda, il bravissimo Denzel Washington.
Al suo fianco, nella banda ”vendicatrice”, il fuorilegge Josh Faraday (Chris Pratt), l’ex cecchino Goodnight Robicheaux (Ethan Hawke) e il compagno d’avventura Billy Rocks (Byung-hun Lee), l’indiano Red Harvest (Martin Sensmeier), il pistolero Vasquez (Manuel Garcia-Rulfo) e ”l’orso” Jack Horne (Vincent D’Onofrio).
Fuqua offre ad ognuno dei protagonisti la propria fetta di gloria, coronando l’azione western di un tempo, con nuovi stili tecnici (un tripudio di stunt ed esplosioni), inquadrature di taglio, campi lunghi e lunghissimi che ricordano i vecchi film del genere, rispolverati con un’azione moderna, ma non troppo.
A spiccare, è però la figura femminile dell’eroina che salva tutti, Emma Cullen (Haley Bennett), vedova di uno dei cittadini di Rose Creek, ucciso proprio da Bogue. Oltre a lei e alle scene d’azione che accompagnano l’intero film, però, I magnifici 7 ha il suo punto debole, forse nella narrazione, un po’ povera.
Nic Pizzolato, uno degli autori della serie tv di grande successo, True Detective non riesce a strutturare una sceneggiatura che vada un po’ al di là del ”semplice”, manca l’epicità e la moralità che era tipica dei western degli anni d’oro, così come l’individuare il vero motivo per cui questi ”avengers” si mettano al servizio degli altri.
Facendo una summa però, I magnifici 7 è un film da vedere, per la sua volontà di riportare in auge un genere in quest’ultimo periodo sottovalutato, dando prova della capacità di intrattenere il pubblico, grazie all’ottimo mix di azione e personaggi particolari, caratterizzati da un cast stellare.
Alice Bianco