I primi della lista – Recensione
I primi della lista è un film divertente, scanzonato e simpatico. Un racconto acuto e sdrammattizato di un periodo storico, quello degli anni ’70, in cui le tensioni politiche, la realtà giovanile e il fervore universitario erano all’ordine del giorno nei tg di tutta Italia.
E proprio dall’Italia parte la storia di tre amici “artisti”: il Masi, Il Lulli e il Gismondi, appartenenti alla piccola realtà pisana, che passano le loro giornate fra i collettivi studenteschi e le prove del gruppo. Improvvisamente strane notizie da Roma li allertano a pensare che i fascisti stiano rastrellando tutti i comunisti d’Italia, d’improvviso un’ansia spasmodica si impadronisce di loro. Cosa fare? Farsi prendere mai, restare a Pisa, un suicidio, bisogna andare al confine con la Svizzera, ma una volta arrivati li la situazione non li convince e si spostano in Austria. Ad aspettarli una situazione fra il comico e il surreale, fatto sta che verranno arrestati fino a che la situazione non si chiarirà.
Questo film è la chiara rappresentazione che la realtà supera sempre la fantasia, infatti la trama è presa da una storia vera, il regista Roan Johnson ha scritto la sceneggiatura con Davide Lantieri, proprio sul soggetto di Renzo Lulli, che li ha guidati in questo road movie anni ’70.
Il cast è composto da Claudio Santamaria, Francesco Turbanti, Paolo Cioni, che si sono dilettati anche a comporre la parte musicale, e con chitarra e voce hanno allietato il pubblico dell’Auditorium nella tarda nottata di presentazione del film, che uscirà nelle sale il prossimo 11 novembre.
Simpatici, amalgamati e diretti dall’emergente regista e scrittore Roan Johnson, i tre ci fanno sorridere delle paure e delle ansie che troppe volte colgono l’animo umano. In questo caso è presa un pò di mira l’esagerazione verso la paura di quegli anni, il clima di tensione, lo stare sempre sul chi va la anche per le persone più insospettabili.
Un piccolo gioiellino del Festival Internazionale del Film di Roma, presentato nella sezione Eventi Speciali, che ha ripagato la “provata” visione delle 23,00.
Sonia Serafini