Il cacciatore di giganti – Recensione
Il film dal creatore di X-Men e Operazione Valchiria, è una sorta di racconto fiabesco riadattato al cinema che prende spunto dal capolavoro che fu La storia fantastica.
Il giovane Jack, è un contadino in possesso di alcuni speciali fagioli magici, quando per sbaglio ne fa cadere uno a terra, ristabilisce un legame spezzato da anni fra il mondo della Terra e quello sospeso dei giganti, grazie alla pianta innaturale che viene a crearsi. I giganti decidono così di dichiarare di nuovo guerra al regno di Cloister, mettendo a capo del loro esercito un traditore. Nulla di più e nulla di meno di quello che è la fiaba originale, senza lasciare buchi di sceneggiatura. Una trama avvincente, che si basa scanzonatamente sull’ironia del film stesso, senza prendersi troppo seriamente. Il regista Singer dopo gli splendidi prodotti da lui girati, citati sopra, decide di imbattersi in questa nuova avventura, dove troviamo la sua impronta nella cura dei dettagli, come il creare un’atmosfera che sia realisticamente coerente per tutta la durante del film, una regia che non lascia nulla di intentato. Una pellicola per la famiglia, diversa dagli intenti iniziale del filmaker, con dei giganti davvero spettacolari e che colpiscono all’occhio, grazie alla cura degli effetti visivi impeccabili. Un 3D ben studiato, ovviamente non indispensabile, con un cast di tutto rispetto, da Stanley Tucci ad Ewan McGregor, per finire con il lanciassimo Nicholas Hoult, che questo 2013 sembra essere proprio il suo anno.
Sonia Serafini