Il Mistero di Dante – Recensione
Un film complesso, per appassionati e curiosi di letteratura. Una pellicola rara, che difficilmente vediamo arrivare nelle nostre sale, che unisce il filmico alla parte documentaristica. Questa è l’opera di Louis Nero ‘Il Mistero di Dante’, dove attraverso le parole degli studiosi veniamo proiettati sulle orme del più famoso letterato del trecento.
La pellicola parte sullo stile ‘The Blair Witch Project’ con un regista (lo stesso Nero) e la sua collega che, telecamera in spalla, vengono accompagnati a conoscere questi studiosi di Dante per fare proprio quel documentario che poi noi stessi stiamo vedendo.
Una discesa verso il centro della Terra o degli Inferi, dove veniamo accompagnati anche noi spettatori-voyeur ad essere testimoni di studi compiuti al fine di svelare il segreto che si cela dietro le terzine del Sommo Poeta.
Il percorso che ci fa compiere Louis Nero, alternando passaggi della Commedia dove illustrazioni si fondono con attori in carne e ossa, a momenti didattici, è quello della discesa al fine di salire in una nuova dimensione. ‘E quindi uscimmo a riveder le stelle’, alla stessa maniera il regista cerca di fare chiarezza su tutte le teorie che questi anni si sono succedute su Dante e sulla sua Opera, concentrandosi sul rapporto di essa con le contaminazioni di altre religioni e credi.
Così Dante sceglie Virgilio come guida perché egli vede il divino in ogni manifestazione, così noi spettatori siamo accompagnati da voci prestigiose, da personalità che ci conducono nelle zone più remote della Commedia e dei Fedeli d’Amore, per condurci poi alla possibile soluzione di tutti i misteri.
Sì perché se la più famosa Opera dantesca ha tre livelli di lettura riconosciuti (letterale, filosofico-teologico, politico-sociale) c’è un quarto strato, metafisico, che fonde quelli precedenti, ma che ancora non è stato svelato.
E così la figura di Dante si colora di ombre misteriose, interessanti, che lo trasformano anche in un possibile templare, un po’ come ipotizzato dal videogame della Electronic Arts ‘Dante’s Inferno’ poi trasformato in film.
Louis Nero ci invita, noi che conosciamo Dante solo come ce lo hanno presentato a scuola, a strappare il Velo di Maya e accettare una nuova visione. Farsi prendere dalle parole degli esperti non è una cosa difficile e il modo il cui il regista ci presenta l’intera opera, mischiando film a realtà, rende il tutto ancora più affascinante.
Un viaggio che andrebbe mostrato in tutte le scuole con una domanda che continuerà ad aleggiare in noi anche dopo la fine della pellicola: ‘I Fedeli d’Amore, esistono ancora?’
Sara Prian