Il Paradiso degli Orchi – Recensione (2)
Benjamin Malaussène, personaggio creato dalla penna dello scrittore francese Daniel Pennac, rivive sullo schermo non come adattamento, bensì con uno spirito tutto suo, ma grazie al bravissimo regista Nicolas Bary, conserva quella verve insita nella serie di romanzi.
Benjamin Malaussène (Raphaël Personnaz) lavora ai Grandi Magazzini Au Bonheur Parisien e il suo incarico è quello di fare il “capro espiatorio”: pagato per prendersi la responsabilità di qualunque guasto per qualunque oggetto venduto. Un giorno proprio dopo aver concluso una sua “performance”, aiutando un addetto alle luci dei Grandi Magazzini inavvertitamente fa scoppiare una bomba: un boato, delle urla, poi il silenzio. Ma questo è solamente la prima delle altre inquietanti esplosioni che si verificheranno. Indagherà sul fatto assieme ad una giornalista (Berenice Bejo).
Accattivante e fin da subito coinvolgente, Il paradiso degli orchi si presenta come un thriller mascherato da commedia frizzante e addolcito da quell’atmosfera di fiaba fantastica che, sempre cara ai francesi, riesce a rendere la pellicola assai gradita al pubblico.
Pennac e Bary in questo tandem di idee, sono stati in grado di dar vita ad un film che con umorismo e allo stesso tempo serietà, riesca a parlare di pedofilia e terrorismo. Temi seri che non vengono ridicolizzati, anzi, mantengono la loro autorevolezza, senza però affettare il ritmo del film e renderlo oneroso.
Ad alleggerire le indagini della giornalista investigatrice infatti, c’è l’intricato, divertente e caotico nucleo famigliare dei Malaussène, la spalla destra e il vero sostegno di Benjamin. I colori, la fantasia dei racconti che Benjamin racconta e il caos che regna all’interno dell’appartamento in cui vivono, sono l’elemento che rende divertente e frizzante il film.
Ottima anche l’interpretazione dell’attore Raphaël Personnaz, un principe azzurro poco comune, che conquista per il suo particolare pigiama, i suoi occhi azzurri e la sua innata bontà ed onestà. Al suo fianco una sorprendente e divertente Berenice Bejo, che dopo il film in bianco e nero The Artist, approda al colore dimostrando una buona chimica con il suo co-protagonista e buone doti di comica.
Con Il paradiso degli orchi Bary sembra proprio aver fatto centro. Lo stesso Pennac si è complimentato con il giovane regista, rimasto fedele allo spirito di Malaussène, ma originale e fedele alla settima arte.
Alice Bianco