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Il Segnato – Recensione

Co-sceneggiatore in tutti i sequel di Paranormal Activity, Christopher B. Landon  cura script e regia di questo buffo (!) spin-off in salsa latino-americana. In sintesi assistiamo alle peripezie di due amici, Jesse ed Hector, la cui esistenza è funestata dalla scoperta di truci rituali che si svolgono all’appartamento sottostante. Nell’esplorare il luogo, dopo la tragica uccisione della padrona di casa, Jess si ritroverà marchiato con un misterioso simbolo ed acquisirà improvvisamente facoltà sovraumane. E’ possessione demoniaca. Il filone finto-documentario del “ciò che fu registrato da una videocamera” può essere considerato, tra i sottogeneri dell’horror (almeno se consideriamo le regie e/o produzioni di Oren Peli), l’ozioso anello debole della catena. Quando sono apportati cambiamenti, spesso e volentieri, lo si deve all’intenzione di non cambiare nulla. Landon parte col piede giusto, praticando una inaspettata contaminazione dei toni. L’introduzione di personaggi ed ambienti avviene attraverso la comicità, insaporita da puntatine in una fantasiosa goliardia, ed è fondamentale il contributo di attori ispanici assai sciolti e spigliati. Tali basi narrative sono poi ibridate con le tematiche relative all’orrore, al satanismo, al folclore, con alcuni sobbalzi ben congegnati ed atmosfera claustrofobiche adeguatamente opprimenti. Convince anche sotto l’aspetto degli effetti speciali, funzionali e mai invasivi. Tempo di giungere alla seconda parte e, come volevasi dimostrare, il film frana. Tutto diventa confuso, iperbolico e trafelato (laddove nella prima parte la velocità del montaggio si risolveva se non altro in un ritmo apprezzabile) e gli 84 minuti di durata iniziano a pesare più del previsto. La precedente ilarità, voluta ed accattivante, viene così involuta nella rassegnazione del  ridicolo involontario. Penosa e rabberciata la trovata conclusiva, che si riallaccia al finale del primo Paranormal Activity e di fatto distrugge in un sol colpo l’ambiguità dell’unica sequenza valida di quel film insulso. Ancora una volta Peli alla produzione = bluff premiato al box office. Gli italiani evitassero senza rimpianti.

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