Il Violinista del Diavolo – Recensione
Paganini non ripete, ma David Garrett, protagonista di questa pellicola e interprete del celebre musicista italiano, sì e ci delizia con i suoi virtuosismi e le mani magiche diventando l’unico, reale, motivo d’interesse per la visione di questa particolare pellicola.
Niccolò Paganini (David Garrett) è un violinista, il cui padre ha grandi speranze per il suo futuro nel mondo della musica. Ma il giovane è creativo, non ama stare troppo alle regole e il genitore non riesce ad accettarlo, impartendogli severe e castigate lezioni. Passano gli anni e Paganini si impone al grande pubblico innamorato più però del gossip che gira attorno al musicista che della sua arte. Quando però si troverà senza il becco di un quattrino, un uomo verrà in suo aiuto, promettendogli fama e denaro, in cambio lui dovrà essere fedele ad Urbani. Così Paganini conquista l’Europa, mentre un pettegolezzo inizia a farsi strada: egli è posseduto dal diavolo.
Mettiamolo in chiaro fin da subito, David Garrett non è un attore e lo si vede subito. La sua quasi completa inespressività è, però, ripagata da due mani magiche, fatate che scorrono sul violino dando vita ad un incantesimo di rara bellezza, che ci fa dimenticare tutti gli errori della pellicola stessa, o almeno ci prova.
Il suo Paganini è comunque qualcosa di nuovo, diverso, forse figlio più della mentalità attuale che ama vedere delle figure sul grande schermo in grado di struggersi, un po’ dannate, un po’ dandy alla Oscar Wilde.
‘Il violinista del Diavolo’, infatti, non punta a riportare una biografia esatta delle vicende del noto musicista, ma prende spunto dagli elementi conosciuti per ricamarci sopra una storia che possa attrarre il pubblico con l’aggiunta di caratteristiche soprannaturali e gotiche.
Questo però, comunque, non aiuta la pellicola ad essere completamente convincente, forse proprio a causa della inespressività di Garrett, ma anche per l’impostazione registica che Bernard Rose ha deciso di dare. La sensazione, infatti, è che questa opera sarebbe stata bene in televisione, in una mini serie da due episodi e che sul grande schermo stoni, risultando, a tratti, troppo posticcia.
Certo, quello che non si può negare in ogni caso, è il talento musicale immenso di David Garrett che, però, è meglio continuare ad ascoltarlo nei suoi concerti che vederlo nei panni di attore.
Sara Prian