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In Ordine di Sparizione – Recensione

E se il migliore cittadino si trasformasse, per sete di vendetta, nel più spietato serial killer? Questa, in poche parole, la dark comedy norvegese ‘In ordine di sparizione’ che, attraverso una trama convincente e momenti seriamente esilaranti, convince e intrattiene in una storia a tratti surreale di vendette servite fredde, proprio come le zone innevate e ghiacciate della Norvegia.

Nils (Stellan Skarsgård) guida uno spazzaneve e vive una vita tranquilla nel paesaggio innevato di Beitostølen. L’improvvisa morte di suo figlio, però, lo porta nel mezzo di una guerra tra la mafia norvegese ed i serbi. Riuscirà Nils a vendicare il proprio figlio senza finire anche lui freddato?

Comedy sì, ma dark, perché anche tutte quelle scene che vi faranno sorridere, se non ridere, sono messe lì con serietà, senza calcare la mano sulla commedia e facendo pendere l’ago della bilancia più verso il thriller (o noir) alla Liam Neeson, il tutto però inserito in un’atmosfera surreale quanto sospesa, grazie al bianco dominante della neve.

E se all’inizio la sensazione che si ha è che sia qualcosa di già visto, ben presto capiamo che non è così. Il regista Hans Petter Moland, infatti, parte dal più classico dei noir per poi fregarsene dei canoni del genere, inserendo dentro un po’ di tutto.

Irriverente e sarcastico, in alcuni tratti forse un po’ lento, ma sempre senza lasciare l’amaro in bocca o far sbuffare. Sì perché l’idea di questo film è asssolutamente tra le più geniali degli ultimi tempi, soprattutto se pensiamo che si allontana moltissimo da ciò che sarebbe politically correct.

Il percorso che Nils da bravo cittadino insospettabile a killer, è complesso, ma venato di grottesco e che ci appare sempre più evidente man mano che la pellicola prosegue, mano a mano che la conta dei morti aumenta, segnalata da una schermata nera con tanto di croce e nome di chi, in quel momento, ci ha lasciato.

Uno schema ripetitivo, ma per niente noioso, che dà al film una sua geometria per niente banale, perché finisce per spingersi più in là di quello che mai avremmo creduto.

Il punto di forza di In ordine di sparizione sta nei siparietti, nelle piccole scene, nei dettagli e nei dialoghi a tratti surreali e, a volte, fuori dal contesto, che permettono a Moland di costruire diversi piani narrativi ed incrociarli tra di loro attraverso un’immaginaria scala, trasformando, ben presto, il microcosmo del singolo,  in un macrocosmo di padri pronti a tutto pur di vendicare i propri figli e per i quali ci vanno di mezzo tantissime altre persone con l’unica colpa di trovarsi lì al momento sbagliato.

Un film particolare, non perfetto che a volte arranca un po’ nel ritmo, ma al quale vale la pena dare una possibilità.

Sara Prian

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