Inferno – Recensione
Doppi giochi, una storia da ricostruire, flashback, allucinazioni spaventose e una corsa contro il tempo per salvare l’umanità intera. Questo è Inferno, la terza pellicola diretta da Ron Howard, tratta dall’omonimo libro di Dan Brown. Un’avventura meno enigmatica ma più frenetica, tra le capitali della cultura occidentale e orientale con una fedeltà al romanzo, abbastanza accurata.
Al centro della vicenda, come sempre c’è lo studioso di simbologia, il professor Langdon (Tom Hanks), che si risveglia in una stanza di ospedale a Firenze. È ferito alla testa, ha ricordi confusi e non sa perché si trova in Italia. Quando una donna vestita da carabiniere fa irruzione nella casa di cura, non gli resta che fuggire di lì con l’aiuto della giovane dottoressa Sienna Brooks (Felicity Jones). Alla base di tutto c’è un genio della genetica, Bertrand Zobrist (Ben Foster) che ha deciso di salvare l’umanità dalla sua inevitabile dissoluzione, diffondendo un virus che ridurrebbe drasticamente il numero degli abitanti sulla Terra.
Dopo Il codice Da Vinci (2006) e Angeli e Demoni (2009), la coppia Howard-Brown ritorna sul grande schermo e lo fa con una nuova mirabolante impresa che sicuramente farà registrare un picco al box office, ma che sarà anche in grado di immergere lo spettatore a 360 gradi. Passaggi segreti, storia dell’arte, corse mozzafiato e molto entertainment.
Il romanzo si era immerso completamente nella cultura, letteratura e storia italiana, ricco di dettagli su Dante Alighieri e le opere d’arte, nel film sono le scene e i pochi aneddoti storici che descrive Langdon a dare allo spettatore un’infarinatura culturale, ciò che preme è ovviamente sostenere il ritmo movimentato del film.
Una pellicola che al contrario delle precedenti non va a toccare temi caldi come la religione cattolica, bensì è molto più ancorato all’attualità. Quello della sovrappopolazione è un tema reale e il villain del romanzo e film è Zobrist, uno scienziato che vuole applicare uno dei principi del darwinismo per impedire che il pianeta possa distruggersi ed esaurire le sue proprietà.
La soluzione adottata è quella di eliminare la popolazione mondiale con un virus, ed è proprio per evitare questa catastrofe, che il film finisce per essere una corsa contro il tempo, una fuga da un pericolo enorme, con ostacoli improvvisi, doppi giochi ed adrenalina.
Finzione, storia del passato e realtà si fondono insieme, dando vita ad una pellicola che riesce ad intrattenere pienamente lo spettatore, ancora una volta omaggio all’Italia e alle sue bellezze, ma con un messaggio molto più attuale e spaventoso.
Alice Bianco