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Io vengo ogni giorno – Recensione

Si poteva anche vedere di peggio con la commedia adolescenziale di Dan Beers, Io vengo ogni giorno, invece, nonostante la formula non sia granchè originale, si lascia guardare senza troppi picchi, scivolando liscio come l’olio verso un finale intuibile già dalle prime battute.

Per Rob (John Karna) è il giorno più importante della sua vita d’adolescente: non solo ha un colloquio universitario che potrebbe cambiargli l’esistenza, ma anche potrebbe perdere la verginità con la più popolare della scuola. Peccato che però al colloquio faccia una brutta figura e che nel momento clou dell’appuntamento con la bella ragazza il tutto si concluda troppo in fretta. La vita però gli dà un’altra occasione facendogli rivivere la stessa giornata più volte, ogni volta che arriverà al momento sbagliato alla sua meta.

Quando si parla di perdita di verginità le coming-of-age made in USA sono fonte inesauribile di esempi e situazioni e qui, ancora una volta, Beers cerca di raccontarcela a modo suo introducendo e, in qualche modo, desacralizzando anche il tema del vero amore, quello che tutto sistema e che si nasconde nell’amico/a dell’infanzia.

Niente di nuovo certo, ma il cineasta riesce a portare a livelli estremi di assurdità (in parte anche positiva) quello che un po’ si era già visto in pellicole come American Pie, dove il sesso fai-da-te era all’ordine di ogni inquadratura.

Io vengo ogni giorno è una pellicola che non si prende troppo sul serio, questo gioca in suo favore, che sa i suoi limiti e sa dove vuole arrivare e cerca di nascondere le debolezze della sceneggiatura grazie ad un convincente giovane cast.

Ma il problema principale dell’opera è quella di voler cercare troppo di emulare l’ironia alla Seth McFarlane, portando a galla una valanga di clichè che se molti anni fa potevano strappare almeno una risata, ora risultano usurati e già visti. Mettiamo in chiaro, infatti, che con la pellicola di Beers difficilmente si ride, si può sorridere, ma le situazioni e i gli avvenimenti, nonostante i riavvolgimenti di pellicola, sono talmente prevedibili che non si riesce a godere appieno della sceneggiatua.

Questo però non toglie che Io vengo ogni giorno è un film che in queste settimane di magra cinematografia ci può stare, che non impegna la testa e si lascia guardare, regalandoci però, niente di più che qualche, raro, sorriso.

Sara Prian

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