Joy – Recensione
“Il mio è un potere magico, non mi serve il principe azzurro”
David O. Russell ha costruito buona parte della sua cinematografia sulla coralità, passando per il duetto de “Il lato positivo” fino al quartetto di “American Hustle”. Ora che ha trovato in Jennifer Lawrence la sua musa, è riuscito a creare un film come “Joy” che vive di un assolo potente, sorpendentemente alla Wes Anderson, con questa patina da vera favola che rende credibile e quanto mai reale il sogno americano.
La storia è quella di Joy Mangano, la donna che inventò la scopa per pulire i pavimenti “Miracle Mop”, trasformandosi da madre single di Long Island a star del canale di televendite QVC. Si può cambiare la vita a milioni di persone anche con gesti piccoli, che sembrano insignificanti, che non hanno un impatto vitale nella storia dell’umanità ma possono, in qualche modo migliorarla. L’avvento del mocio che si strizza da solo ha evitato a milioni di donne di riempirsi di germi e batteri per pulirlo, trasformando il modo di pulire casa.
Ma “Joy” è qualcosa di più. E’ una favola moderna che mostra cosa voglia dire essere donna, cosa voglia dire crescere una famiglia e allo stesso tempo cercare di realizzarsi, è la storia di chi non molla i propri sogni nonostante le porte in faccia ricevute, è una storia che tenuta sulle spalle di Jennifer Lawrence si fa amare e apprezzare.
O.Russell opta per un tono leggero, da racconto di altri tempi unito ad una narrazione forse a tratti un po’ confusa, ma che riesce nei suoi errori a far amare un personaggio per il quale è impossibile non provare una certa empatia. “Joy” è, infatti, costruito interamente sulla Lawrence; la telecamera le sta addosso, le gira intorno, la sostiene e lei la sorregge a sua volta, trascinando lì dove la struttura narrativa rischia di girare troppo su se stessa.
“Joy” è lontano dall’essere un film perfetto, ma porta con sè quell’aria sospesa, quelle atmosfere da fiaba tra le nevi che riesce ad avvolgere e conquistare, raccontando non solo il potere di una donna, ma quello dell’essere umano in grado di essere messo KO una, due e anche tre volte per poi rialzarsi e continuare la sua battaglia. E il messaggio di credere nei propri sogni arriva forte e chiaro e si tramuta in liberazione nella passeggiata finale dove, nonostante la giornata calda e la ragazza fattasi ormai donna, la neve torna come elemento fondamentale e co-protagonista delle vicende di Joy.
Un film che sarà denigrato da molti (per preconcetti verso l’accoppiata O.Russell-Lawrence), ma che va visto a cuore aperto, lasciandosi trasportare dalla fiaba di una Cenerentola che ha fatto del suo oggetto simbolo di casalinga, come la scopa per pulire i pavimenti, la sua arma vincente con cui sconfiggere il drago nel castello dei pregiudizi.
Sara Prian