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Justin e i cavalieri valorosi – Recensione

Spagnolo, girato in inglese e creato interamente con la computer grafica, nonostante quest’ultima risulti un po’ distante dai modelli hollywoodiani, Justin e i cavalieri valorosi, riesce nel suo intento di portare sullo schermo un personaggio moderno che è a metà fra don Chisciotte e San Giorgio, riuscendo a divertire e a farsi conoscere anche ai più piccoli.

Justin è un ragazzino idealista ma coraggioso, che ormai cresciuto dovrà decidere se seguire le orme del nonno, Sir Roland, un cavaliere errante, oppure quelle del padre Reginald, famoso avvocato del reame. Incoraggiato dalla nonna, dopo aver salutato l’amata, Justin decide di partire per recuperare la spada di famiglia e diventare cavaliere, nonostante il divieto del padre. Lo aiuteranno il mago schizofrenico Melquiades, l’esuberante cameriera Talia e i tre monaci, Blucher, Legantir e Braulo, custodi delle antiche tradizioni cavalleresche.

Prendendo spunto dalla famosa leggenda spagnola di San Giorgio e il drago, che vede un valoroso cavaliere pronto ad affrontare l’essere mostruoso, combattere e salvare la damigella in pericolo, Justin e i cavalieri valorosi è costruito proprio seguendo questo schema. Una pellicola quindi, che nazionalista al cento per cento vuol coniugare tradizione e modernità, riuscendoci a metà.

Nuovo e antico si uniscono, facendo un po’ di confusione tra le epoche storiche (Medioevo con influssi rinascimentali), ma mostrando alla fine come la tradizione riesca ad adattarsi ai tempi: menù delle taverne che ricordano quelli dei fast-food e Justin il giovane, ma pur sempre ancorato all’idea più antica, quella di diventare cavaliere errante.

Tutto costruito sul doppio (le due fanciulle, il padre amorevole e nemico, il mago diviso alla Gollum, la legge e la giustizia ecc.) il cartoon riesce ad unire idee basilari dando vita ad intrecci che fanno eco a famose pellicole hollywoodiane come Il Signore degli Anelli o Star Wars e se da un punto di vista narrativo cerca di essere innovativo, per quanto riguarda la parte tecnica può essere paragonato ad un videogame graficamente mediocre.

Tra personaggi e gags divertenti, animali buffi, macchiette e battutine accattivanti, il film sembra essere maggiormente indirizzato al pubblico dei più piccoli, avventura e tante risate, sono infatti questi gli elementi che interessano a questa fascia d’età, che poco starà a giudicare l’aspetto grafico, propendendo al puro e semplice divertimento.

Alice Bianco

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