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La gente che sta bene – Recensione

Commedia nera che lascia l’amaro in bocca, La gente che sta bene, di Francesco Patierno (Cose dell’altro mondo, 2011) è caratterizzata da uno stile provocatorio ed aspro, mette in scena la mediocrità della vita, riflette su ciò che è veramente importante in essa e lo fa con un pizzico di umorismo, subito disilluso da un toccante e crudo realismo.

Umberto Dorloni (Claudio Bisio) è un brillante avvocato, sposato con Carla (Margherita Buy), padre di famiglia, benestante e con una carriera in ascesa e degli “amici” a cui farlo sapere. Il suo capo però non lo stima ed ha intenzione di licenziarlo, così l’invito ad uno dei più esclusivi ricevimenti dell’anno, quello del più importante avvocato di Milano, Patrizio Azzesi (Diego Abatantuono) gli sembra l’occasione giusta per mostrarsi a tutti e raggiungere la vetta del successo. Quel mondo così apparentemente perfetto però, farà ben presto capire all’avvocato Dorloni che non è sempre oro quel che luccica.

“La gente che sta bene è quella che guarda avanti, al futuro” questo ciò che spiega Dorloni, il benestante avvocato protagonista della pellicola, interpretato da un versatile Claudio Bisio. Egli incarna il ricco che delineandosi nell’attuale mondo economico e giuridico, ne approfitta di tutto e di tutti, per poter godere di qualsiasi privilegio.

Ennesima pellicola sulla crisi che affligge il nostro Paese, La gente che sta bene, punta tutto proprio sul suo attore principale, mettendosi per una volta nei panni di chi, questo crollo l’ha innescato. Promozioni facili, affari illegali, cifre esorbitanti, questo in soldoni il panorama in cui si staglia la figura di Dorloni, colui che è pronto a rinunciare a qualsiasi cosa pur di spiccare il volo verso il successo.

Si sa però che chi tutto vuole nulla stringe ed anche per Umberto la situazione presto si ribalterà. L’irrispettoso e narciso protagonista, alienandosi dalla sua famiglia e pensando solamente alla felicità personale, si renderà conto di ciò che è veramente importante, riflettendo sulla propria esistenza e cercando di rimediare.

Ciò che rende particolare l’opera di Patierno, che ha preso spunto dall’omonimo romanzo di Federico Baccomo, è però il registro narrativo e di genere del film. Partendo come una semplice commedia, con un mattatore come Diego Abatantuono a seguito, il film ben presto cambia spessore, trasformandosi inaspettatamente in un noir e rendendo il film più gustoso, capace di tenere viva l’attenzione dello spettatore.

Cast azzeccato, eleganza visiva e narrativa, buona regia e un buon ritmo fanno di La gente che sta bene, uno dei ritratti più originali dell’Italia e del mondo di oggi, una pellicola che vestita di ilarità, presentata così al pubblico, lo inganna ma allo stesso tempo po’ essere lo strumento giusto per farlo riflettere.

Alice Bianco

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