La Prima Neve – Recensione
Pellicola solo all’apparenza di facile approccio quella che Andrea Segre ha portato a Venezia. “La prima neve” è, infatti, un film più complesso di quello che può sembrare accostando contemporaneamente lo sguardo documentarista del regista, con quello più leggero del cineasta di racconto.
Siamo nelle montagne del Trentino e nel bosco del paesino di Pergine Dani, ragazzo africano giunto in Italia per sfuggire dalla guerra in Libia, incontra Michele, un bambino di 10 anni orfano da poco di padre e sempre in combutta con la madre. I due entreranno assieme nella natura e attraverso il suo silenzio, attendendo l’arrivo della prima neve dell’anno, i due impareranno a conoscersi e ad ascoltarsi.
Non era facile ripetersi dopo l’ottimo “Io sono Li” e qui Andrea Segre ci riesce per metà, portando una storia che, soprattutto in questi giorni, è fortemente attuale come quella dell’immigrazione. Il regista decide di narrare due viaggi: quello fisico dalla propria casa d’origine all’Italia di Dani e quello spirituale di accettazione della perdita che è costretto ad attraversare il piccolo Michele.
E proprio nel mezzo di questo percorso che i due protagonisti si incontrano, nella valle e nel bosco, lì dove il silenzio permette di scaricare le proprie paure, ma anche di trovare qualcuno che ci ama con un parallelismo evidente. Dani cerca l’amicizia del vecchio Pietro, mentre Michele prova ad avvicinarsi alla zio Fabio.
Una storia fortemente umana quella raccontata da Segre che, forse, mette troppa carne al fuoco, troppe tematiche che meriterebbero un film a sé come il difficile rapporto di un figlio con la madre, l’accettazione dello straniero e il rapporto uomo-natura che da la notte dei tempi affascina gli artisti.
Qui, alla fine, i veri protagonisti della pellicola sono i paesaggi che vengono ritratti dall’occhio attento del regista come veri e propri quadri. Essi penetrano i personaggi e diventano parte di loro stessi finendo per bloccare e spezzare un po’ la narrazione.
E’ proprio la struttura narrativa ad essere il punto debole de “La prima neve” che arranca nel procedere e finisce per far perdere l’attenzione allo spettatore.
Peccato perché l’incontro complesso e a volte effimero tra culture e mentalità differenti, ne avrebbero potuto fare un ottimo film di testimonianza.
Sara Prian