L’amore in valigia – Recensione
“La magia non è nello sposarsi, ma nel rimanere sposati” questo il messaggio vero e puro che L’amore in valigia regala, ma lo fa in maniera confusionaria, preferendo puntare tutto sugli stereotipi e la trama sempre uguale delle commedie americane.
Montana Moore (Paula Patton) è un’assistente di volo trentacinquenne che, incoraggiata dagli amici e colleghi Sam (Adam Brody) e Gail (Jill Scott) parte per una missione di 30 giorni in una ricerca a 30 mila miglia per trovare un marito in tempo per la festa di fidanzamento di sua sorella, in programma per la viglia di Natale. Lungo la strada incontra alcuni sorprendenti pretendenti: Damon Diesel (Trey Songz) un produttore hip-hop, un ex, ora deputato in ascesa, Langston (Taye Diggs) e Quinton (Djimon Hounsou) il proprietario di un hotel.
Il film, costruito su uno schema tipico e sulla figura della single incallita ed in cerca di marito, punta tutto sull’immagine della sfortunata Cenerentola nera (Paula Patton) in cerca del suo principe azzurro, che solamente alla fine sembra realizzare, probabilmente non esiste.
Così come non dovrebbe esistere l’amore a tutti i costi. Montana infatti, si accorge solamente dopo un’ora e mezza di film, quando lo spettatore ormai l’ha già intuito e previsto da tempo, che amare qualcuno è qualcosa che va ben oltre il far contento un familiare o sentirsi propriamente realizzati nella vita, è invece condividerne la vita insieme, gioie e dolori.
Il produttore hip-hop che le fa i complimenti ma è un immaturo e perfetto bugiardo, l’aspirante politico che la vuol comandare e Quinton, che le può offrire tutti i beni materiali di cui dispone, ma nemmeno un po’ del suo tempo quotidiano, rappresentano proprio la sfera finzionale di quella vita e come, naturale che sia, per ogni favola che si rispetti il lieto fine è assicurato e Montana capirà il vero significato di amare.
A metà fra una soap opera o un tv show americano e una commedia alla Jennifer Lopez (la Patton ci assomiglia un po’), L’amore in valigia è una pellicola troppo semplicistica per i canoni delle commedie americane di oggi. Le gags non sono divertenti, la Patton sembra calcare troppo sull’idea della Bridget Jones afroamericana e i colleghi maschi, tra i più famosi Taye Diggs e Djimon Hounsou sono ridotti a macchietti, ma più spiacevoli che divertenti.
Una pellicola povera di idee e gusto, L’amore in valigia è solamente consigliata a chi ama le commedie sdolcinate con un lieto finale, ma uguale a tutti gli altri.
Alice Bianco